Tributo al centenario in divisa. La Polizia rende omaggio a Morrone: "Il mio segreto? Cammino e leggo"

Compleanno speciale in Questura. Prestò giuramento nel 1942. L’arrivo ad Arezzo nel ’69 dove è rimasto . I tanti ricordi di una storia al servizio del Paese: dai bombardamenti di Genova all’ordigno che lo ferì.

Tributo al centenario in divisa. La Polizia rende omaggio a Morrone: "Il mio segreto? Cammino e leggo"

Tributo al centenario in divisa. La Polizia rende omaggio a Morrone: "Il mio segreto? Cammino e leggo"

AREZZO

"Il segreto per arrivare a cento anni? Camminare molto". Parola di Carmine Morrone, originario della Campania dove è nato il 3 ottobre 1923, e che in occasione del proprio centenario ha ricevuto l’abbraccio della Polizia di Stato. "Per me questa divisa rappresenta tutto" ha confessato al termine della cerimonia. Una storia quella di Carmine che si intreccia non solo la storia della Polizia, che di fatto lui stesso ha visto nascere, ma con la storia dell’Italia. "Nel suo fascicolo personale abbiamo trovato la data del suo arruolamento: era il 14 novembre del 1942" ricorda l’ispettore Ugo Bonelli, mostrando il corposo incartamento che è stato recuperato dall’archivio della Questura. Già perchè Morrone dapprima prestò giuramento al re, e nel 1947 alla repubblica. "Entrai nel corpo degli agenti di pubblica sicurezza - racconta Carmine - Venni trasferito a Genova negli anni della guerra. Dovevamo stare spesso nei tunnel sotterranei per via dei bombardamenti. Quindi poi passai in servizio a Roma, Parma, Piacenza, Padova e Bolzano". E dire che aveva chiesto - senza ottenerlo - il trasferimento in altre realtà, più vicine alla Campania per essere di aiuto alla famiglia e in particolar modoper essere vicino alla madre.

Una giornata ricca di ricordi per Morrone e la sua famiglia, grazie anche al video preparato per l’occasione con le foto di un giovane agente - in divisa, ma anche in borghese con la propria famiglia - iniziata fin dall’arrivo in via Lippi, sede della Questura. Un arrivo che non poteva non essere a bordo di una volante. Poi i sorrisi, gli abbracci, le strette di mano con gli amici della sezione aretina dell’associazione nazionale della Polizia di Stato, e il saluto militare che lui stesso ha voluto tributare al questore di Arezzo Maria Luisa Di Lorenzo, presente all’appuntamento. Tanti gli aneddoti e i ricordi di una vita, è proprio il caso di dirlo, trascorsa in divisa. Come i tanti anni aretini, quelli che hanno visto Morrone prendere servizio in città nel 1969, non prima però di aver frequentato i corsi di formazione, nonché il corso di specializzazione per sottufficiale artificiere, prestando servizio nei reparti.

Tra i suoi servizi come artificiere - ha ricordato l’ispettore Bonelli - ci fu quello per disinnescare un ordigno a pochi giorni dal pensionamento. Un fattore che Morrone non considerò primario visto che si attivò per mettere in sicurezza quell’area, incurante della propria incolumità che già in passato aveva messo a rischio restando ferito ad un braccio nel corso di un servizio. Un episodio per il quale è stato anche decorato. Ieri, a cento anni esatti, un compleanno speciale, festeggiato in un luogo che considera casa insieme alla nipote Debora e alla figlia Rosi e dove la Polizia di Stato gli ha reso omaggio. Già perchè celebrandone la carriera in divisa, il questore Maria Luisa Di Lorenzo ha consegnato a Morrone una medaglia ad hoc per questa giornata insieme ad una lettera di encomio da parte di Vittorio Pisani, capo della Polizia.

"Non mi aspettavo una giornata così - confessa Carmine - come non mi aspettavo di arrivare a cento anni e di imparare a usare il computer. Sono anche riuscito a scrivere un libro, già pubblicato, e un altro lo sto finendo. Oggi ho la passione la lettura e la scrittura. Ho anche scritto più di trecento poesie". E a chi gli chiede quale sia la strada da seguire per essere così attivi e lucidi risponde con fermezza, senza giri di parole. "Una vita tranquilla, e poi camminare molto".

M.M.