
di Silvia Bardi
"Una vita sotto i colpi, sei resistente, tu puoi rialzarti ancora". La metafora del pugile alle corde o al tappeto è una metafora della vita. E se trent’anni di questa li hai passati sul palco a raccontare storie e suonare ballate, la metafora diventa autoritratto. L’ultimo album della band aretina La Casa del Vento "Alle corde" parla di questo e di tutti noi. Di un familiare che non c’è più e al quale avresti ancora un sacco di domande da fare, ai racconti di guerra e di fame della mamma, di giovani che non hanno posti dove andare, di quartieri abbandonati dove l’integrazione fa paura, di migranti. Temi cari alla band che non ha mai abbandonato il folk rock. Il decimo album esce a maggio ma ci sono già le date per le anteprime: domani alle 21,30 al Circolo Aurora, il 30 aprile a Castiglion Fiorentino, il 14 maggio a Cincelli, il 29 maggio a Parigi con Arezzo Wave, il 1 giugno a Castelfranco, il 22 giugno a Bibbiena, il 29 giugno alla Chiassa al murales dei partigiani e l’11 agosto alle celebrazioni per l’eccidio a Sant’Anna di Stazzema.
Luca Lanzi, c’è molta vita privata in queste canzoni.
"La pandemia ha cambiato la prospettiva personale, la solitudine, la lontananza dagli affetti, la loro perdita ci ha costretto a cristallizzare i momenti preziosi".
Come i ricordi di famiglia.
"Le piccole storie raccontano grandi storie. Se guardo indietro vedo che tante cose stanno sfuggendo. Sono cresciuto con i racconti di mamma rimasta sola con la nonna tra povertà, fame e guerra e quelle spine che la ferirono nel tentativo di recuperare un pezzo di pane. Fame, guerra, ingiustizie che si ripetono ancora oggi".
E una canzone per tuo figlio.
"Per gli adolescenti di oggi, che non hanno la possibilità di comunicare, che non hanno posti dove andare, ai quali si offrono solo serate di alcol e che per questo rischi di perdere".
C’è una critica alla gestione degli stranieri ad Arezzo.
"La canzone sul ghetto riguarda il quartiere di Saione, la mancanza di politiche di integrazione e culturali, dell’istigazione alla paura. E non poteva mancare Mare di mezzoe la chitarra di Vecchini fatta coi legni di Lampedusa, in viaggio dal Papa".
Tanti amici artisti nel disco.
"Neri Marcorè è voce narrante e protagonista del video-clip che faremo a Stazzema, c’è il batterista di De Gregori Simone Talone che è venuto a registrare in Casentino, e Michela Munari del Quartetto Euphoria".
E i fan che hanno fatto raddoppiare la raccolta fondi.
"E’ per noi importante vedere che ancora vogliono che la nostra voce vada avanti".