
Sansepolcro commemora l'80° anniversario della distruzione della Torre di Berta con una cerimonia commemorativa e letture teatrali, coinvolgendo la comunità locale.
SANSEPOLCRO
Sveglia di buon’ora domani per i biturgensi, come accade sempre ogni ultimo giorno del mese di luglio. Sansepolcro ricorda l’anniversario della distruzione della Torre di Berta, simbolo della città, che quest’anno è l’80esimo e alle 5 di mattina – momento nel quale i tedeschi la fecero saltare in aria – dal campanone del duomo partiranno tanti rintocchi quanti sono gli anni passati da quel giorno. Fu l’ultima grande ferita lasciata alla città, che riuscì a salvare dal bombardamento la Resurrezione di Piero della Francesca (l’ufficiale delle forze alleate, il capitano inglese Anthony Clarke, disobbedì all’ordine di aprire il fuoco proprio perché sapeva che vi era il capolavoro definito come "l’affresco più bello del mondo"), ma non la torre che dal 1868 era rimasta sola quasi in mezzo alla piazza che oggi porta il suo nome. Amministrazione comunale e locale sezione Anpi hanno organizzato per l’occasione una cerimonia commemorativa che prevede, oltre al rituale delle 5 – grazie ancora una volta al Gruppo Campanari (nella foto) di Borgo Sansepolcro – anche un appuntamento in piazza Torre di Berta alle 21, alla presenza delle istituzioni, con letture della Compagnia di Teatro Popolare di Sansepolcro e di Giacomo Panichi. Il tutto sarà reso ancor più suggestivo dalle note del violino suonato dalla maestra Laureta Cuku Hodaj.
Al di là dell’invito alla partecipazione rivolto dall’amministrazione di Palazzo delle Laudi, si prevede una massiccia presenza da parte di gente del Borgo, che continua a nutrire una sorta di particolare affetto anche se, per ovvi motivi anagrafici, non ha mai visto materialmente la torre in piedi.