Tavoli all’aperto, avanti tutta. Ristoranti e bar brindano: "Ora diventino la regola". Il Comune studia il piano

Pressing delle associazioni: "Basta con le proroghe, serve una riforma". Sul tavolo della giunta c’è un "codice" di comportamento per il decoro.

Tavoli all’aperto, avanti tutta. Ristoranti e bar brindano: "Ora diventino la regola". Il Comune studia il piano

Tavoli all’aperto, avanti tutta. Ristoranti e bar brindano: "Ora diventino la regola". Il Comune studia il piano

Ristoranti e bar brindano. Archiviate le bollicine per salutare il 2024, il calice ora si alza sulla proroga delle concessioni a tavolini e strutture all’aperto: via libera per altri dodici mesi. Provvedimento di emergenza nell’era post-Covid per far ripartire il commercio e la ristorazione messe in ginocchio dalle chiusure forzate, oggi trova la sua continuità nella disposizione del governo che da Roma si dipana da nord a sud.

Gli effetti? Sono la garanzia di una nuova stagione a tutto ritmo nei locali aretini "vestiti" con la doppia versione - interna ed esterna - per essere più attrattivi sia per i clienti affezionati ma sopratutto per i turisti che tra primavera ed estate (pure autunno se le temperature lo consentono) amano pranzare o degustare un calice di vino en plain air. C’era una tagliola, al 31 dicembre, che prevedeva la fine del regime di emergenza imposto dal Covid, poi superata dal provvedimento di Palazzo Chigi. "C’è grande soddisfazione per la proroga al 31 dicembre 2024 del regime di semplificazione su dehor e tavolini all’aperto – spiega il direttore aggiunto della Confcommercio aretina Catiuscia Fei - La norma non fa che assecondare il nuovo stile dei consumi "fuori casa" degli italiani, aretini compresi, consolidato soprattutto nel dopo-pandemia: si privilegiano gli spazi esterni ai locali, anche nell’ottica di una integrazione maggiore con la città e i suoi scorci. È una cosa molto apprezzata anche dai turisti stranieri". Ormai il dehor è considerato quasi un servizio essenziale, non un "di più" offerto da bar e ristoranti. Per questo Confcommercio auspica una "riforma strutturale della normativa, senza necessità di andare avanti di proroga in proroga: ci vuole un cambiamento che favorisca il passaggio dalla pura occupazione del suolo pubblico a una vera e propria riprogettazione urbana degli spazi esterni". In linea Valeria Alvisi, al timone di Confesercenti che annuncia: "Stiamo già sollecitando i Comuni ad adoperarsi per le concessioni".

Già, i Comuni. A Palazzo Cavallo, l’assessore Simone Chierici ha sul tavolo il piano al quale lavora da oltre un anno con la soprintendenza per regolamentare l’utilizzo di strutture mobili nelle varie zone della città, in modo da armonizzarne l’impatto tenendo conto anche delle esigenze dei residenti. Il lavoro va avanti e per chiudere il cerchio mancano alcune valutazioni della Soprintendenza. Quello che invece accadrà a stretto giro, è un ragionamento complessivo sul tema dehor nelle prossime riunioni di giunta. Il principio è sempre lo stesso: coniugare le necessità degli imprenditori della ristorazione e dare applicazione alla proroga stabilita dal governo su scala nazionale, cercando di armonizzarle con il contesto urbano nel quale i tavolini all’aperto vengono inseriti. L’obiettivo di fondo è ragionare su un modus operandi che eviti uno sviluppo "selvaggio" delle strutture mobili ad ogni angolo della città, e indichi una rotta uniforme da seguire per assicurare decoro e funzionalità. Della serie: utilizziamo l’opportunità della proroga fino alla fine del 2024 ma al tempo stesso stabiliamo un metodo valido per tutti. Ben sapendo che tavolini all’aperto e dehor rappresentano ormai un plus per i turisti che da Piazza Grande a Piazza San Francesco, si muovono in centro e per gli aretini che nei fine settimana animano la movida. Avanti tutta, dunque, ma con alcune indicazioni di fondo, su cui si confronteranno Comune e associazioni di categoria.

Lucia Bigozzi