Storie di quarantena, l'uomo Ferrari: "«È come un incidente, ripartiremo»

L’ingegner Enrico Cardile è il responsabile dell’aerodinamica in F1: «In questi giorni sento la mancanza della mià città e dei suoi panorami»

Enrico Cardile

Enrico Cardile

Arezzo, 16 aprile 2020 - Il Cavallino Rampante è nel destino. E non solo perché la sua scuderia e la sua città condividono lo stesso emblema: Enrico Cardile, quando frequentava con profitti da primo della classe il liceo scientifico Redi, non perdeva un numero di Autosprint in edicola e un gran premio di Formula 1 davanti alla tv. E come quei bambini che sognano di fare l’astronauta e un giorno si ritrovano a fotografare la terra da una base spaziale, l’ingegner Cardile è diventato il responsabile dell’aerodinamica della monoposto più amata dagli italiani.

Un ruolo che in Ferrari occupa dall’estate 2016, bruciando le tappe come le curve di Monza grazie a competenza, doti organizzative, fantasia e passione nel disegnare fiancate, scarichi e scatole sterzo. Un lavoro che adesso è congelato perché la Rossa 2020, causa virus, invece che rombare sulle piste di mezzo mondo resta chiusa nei box, fino a nuove disposizioni.

«Come vivo l’isolamento di questi giorni? Lavorando da casa in collaborazione con gli altri team a progetti che riguardano il futuro della Formula 1 a livello di regolamenti e di sostenibilità» spiega Cardile. «Ho il privilegio di fare il lavoro che ho sempre sognato – continua il ferrarista – nel tempo libero cucino e le garantisco che mia moglie è fortunata perché sto diventando molto bravo.

Abito in campagna, a due passi da Maranello, in questi giorni sento più che mai la mancanza dei panorami collinari della mia città, qua nella Bassa emiliana è tutto abbastanza monotono...». Serve però un passo indietro, Cardile dopo il diploma si è trasferito a Pisa per laurearsi in ingegneria aerospaziale: «Ma degli aerei non mi è mai interessato molto in realtà: il mio obiettivo era scoprire i segreti dell’aerodinamica per lavorare in Ferrari.

Mi sono laureato con una tesi sulla Scuderia e nel 2005 sono entrato a far parte dello staff di Maranello nel settore della termica, poi nel 2014 sono diventato responsabile delle prestazioni veicolo e dal 2016 sono stato chiamato da Marchionne, con mia grande sorpresa, a un ruolo di responsabilità in Formula 1».

Ma nonostante sia spesso in giro per il mondo tra gran premi e test, quando può non manca al richiamo della sua terra: «Tecnicamente ho lasciato Arezzo da 25 anni, quando sono andato a vivere a Pisa e poi in Emilia ma conservo ancora molte amicizie, spesso nate a scuola. Quando posso mi concedo un weekend con una cena tra amici e soprattutto un po’ di shopping: sarà difficile da credere ma sia io che mia moglie Claudia ci vestiamo solo ad Arezzo..».

Prima o poi l’isolamento da Covid-19 finirà, per Cardile sarà come affrontare una sbandata imprevista in un gran premio: «Stiamo tutti vivendo le sensazioni di un pilota che ha avuto un incidente. È dolorante e preoccupato per quello che è successo ma sa che un giorno tornerà a gareggiare come prima perché è quello che sa fare meglio. Sono convinto che, con un po’ di pazienza, torneremo a correre».