
di Alberto Pierini
"Pronto? Scusa devo chiudere, ci sono i vigili". Ma avrebbe potuto comodamente continuare la conversazione. Perché ormai la polizia municipale lo aveva messo a fuoco. Lui e quanti sfrecciano in libertà sulla regionale 71, la strada della morte, l’arteria più pericolosa della provincia e una delle peggiori della Toscana. Ormai viaggia sotto braccio alla polizia municipale.
L’aumento dei controlli il comandante Aldo Poponcini lo aveva disposto ormai da mesi: figuriamoci ora che siamo di fronte ad un pressante invito del Prefetto, che ha deciso di tenere ancora più sotto controllo la strada. E nei giorni scorsi è scattato l’ennesimo blitz.
In grande stile: perché nell’operazione sono state impegnate tredici pattuglie. Una task force vera e propria, specie a fronte dei numeri complessivi degli agenti: che sono cresciuti negli ultimi anni ma viaggiano sempre poco sopra il tetto dei novanta, anche se l’obiettivo è di arrivare a cento nel giro di un paio d’anni. Bene, tredici pattuglie sono state schierate sui chilometri che dividono Sant’Andrea a Pigli da Rigutino. Tutti naturalmente nel territorio del Comune, ogni polizia ha la sua competenza, tutti in una fascia provata dagli incidenti stradali.
E come al solito i risultati sono stati imbarazzanti. Perché se in un giorno stacchi 71 multe, significa che ancora su quella strada si viaggia sul filo del pericolo. Settantuno in un tranquillo martedì, non in una notte da movida o in uno di quei sabati che vedono i giovani convergere sul capoluogo.
Il controllo ha riguardato la bellezza di 4807 veicoli: quasi cinquemila, dato che conferma quali siano le medie di transito in quell’arteria. Le sanzioni? Di tutti i tipi, come sempre accade. Ma alcune particolarmente evidenti. Come i sette automobilisti che son o stati sorpresi con il cellulare alla guida.
No, non il viva voce, con le mani intanto strette al volante: ma proprio il telefono da una parte e il volante dall’altra, in precario equilibrio. Chi è senza peccato scagli la prima pietra, in tanti si sono ritrovati nella stessa condizione. Ma quella è una strada che non perdona. E il colpo d’occhio deve aver confermato l’idea che in prefettura era a capotavola: il primo rischio è la distrazione, prima ancora della condizione delle strade. Non solo: in venti erano senza cinture di sicurezza. Un’infrazione che pareva sepolta nella notte dei tempi e che invece già dai dati del bilancio recente dei vigili stava tornando a galla. Ma mai a questi livelli. Poi chi sfrecciava ben oltre i limiti, malgrado cosa sia successo per questo negli ultimi mesi.
E la solita corona di infrazioni: tra cui ventuno che non avevano sottoposto l’auto a revisione periodica. Che non è come correre a 130 chilometri orari tra le case ma la sua quota di pericolo se la porta dietro. Ormai nuda: perché ci sono strumenti che registrano semplicemente al tuo passaggio se sei assicurato o se hai saltato il "pit-stop" previsto. Quindi meglio provvedere: magari senza prendere appuntamento dal cellulare dell’auto.