La Provincia lancia un appello per la salvaguardia dell’istituto Giovagnoli di Sansepolcro. Con il decreto Milleproroghe del 30 dicembre scorso c’è tempo fino a dopodomani 5 gennaio per l’approvazione dei piani di dimensionamento scolastico da parte delle Regioni e che, soprattutto, concede alle stesse l’opportunità di rivedere in deroga l’obbligo di dimensionamento. La Provincia chiede "con forza la necessità che in tale operazione di salvaguardia temporanea delle autonomie scolastiche rientri l’istituto Giovagnoli-Buitoni-Hack di Sansepolcro". Ma da fonti vicino alla Regione trapela la possibilità che Sansepolcro rientri tra i quattro istituti che perderanno l’autonomia in tutta la Toscana.
Tale misura risulterà fondamentale ai fini organizzativi "per garantire all’istituto che si creerà dall’anno successivo in accorpamento con il liceo Città di Piero e il Pacioli per un passaggio di dirigenza all’insegna della continuità, a partire dall’anno scolastico 2025-26. L’istituto Giovagnoli-Buitoni-Hack non era e non è in reggenza, ma ha un suo dirigente titolare" scrive la Provincia nella nota indirizzata alle redazioni.
"Non si comprende la ratio con cui Sansepolcro sia classificata semplicemente come Area Intermedia" attacca ancora la provincia, elemento questo che, nell’applicazione dei parametri di dimensionamento assunti dalla Regione Toscana ha portato l’Istituto Giovagnoli-Buitoni-Hack a essere oggetto dell’intervento di razionalizzazione in prima battuta, senza la possibilità quantomeno di potersi congruentemente organizzare, circa i tempi e la gestione strutturale, per l’istituto accorpato e per la comunità scolastica.
"Del resto l’aspetto psicologico e sociale di una realtà quale quella sopra descritta non è certo aspetto trascurabile – è ancora la nota della Provincia– il sentimento generale, a seguito del dimensionamento attualmente previsto, è di malcontento, in special modo per la fretta con cui oltre 1200 alunni, cinque istituti diversi e i relativi insegnanti e bidelli di un’area interna e marginale come l’Alta Valtiberina si trovano a dover gestire un accorpamento".