
La Santa Messa in suffragio
Arezzo, 01 luglio 2025 – A un anno dalla scomparsa di Monsignor Luciano Giovannetti, avvenuta il 29 giugno 2024, la Fondazione Giovanni Paolo II – da lui voluta e fondata nel 2007 – ha voluto celebrarne la memoria e fare il punto su diciotto anni di impegno nella cooperazione internazionale e nell'accoglienza. Un'occasione, questa, non solo per ricordare il fondatore, ma anche per rinnovare lo slancio verso il futuro. Le celebrazioni si sono aperte con una sentita messa in Cattedrale, presieduta dal Vescovo di Fiesole, Monsignor Stefano Manetti. Al termine della funzione, amici, collaboratori e sostenitori della Fondazione si sono ritrovati nel convento dei francescani per un momento di riflessione e condivisione.
Qui è stato ufficialmente presentato il nuovo Consiglio di Amministrazione, entrato in carica lo scorso 19 giugno, con la presidenza affidata al valdarnese Damiano Bettoni. Oltre al nuovo CDA, sono stati introdotti i rinnovati organi di controllo e illustrate le linee programmatiche che guideranno l’azione della Fondazione nei prossimi anni. Al centro di questo percorso, la costruzione di un Piano Strategico, la cui delega è stata affidata a Monsignor Rodolfo Cetoloni, vescovo emerito di Grosseto e oggi vicepresidente della Fondazione. Una particolare attenzione sarà riservata alla presenza operativa in Medio Oriente e in Terra Santa, territori da sempre al cuore della missione dell’ente.
La presentazione del Bilancio Sociale 2024 ha rappresentato un altro momento centrale dell’incontro. Un documento che va ben oltre i numeri e che restituisce l’identità profonda della Fondazione: quella di un’organizzazione capace di ascoltare, adattarsi e comunicare. Sono proprio queste le tre parole chiave – ascolto, adattabilità, comunicazione – che sintetizzano lo spirito del lavoro svolto nel 2024, un anno particolarmente significativo per l’ente, che ha festeggiato il suo diciottesimo anno di attività.
Presente in 11 Paesi e 4 continenti, la Fondazione Giovanni Paolo II ha saputo costruire e replicare modelli di intervento efficaci, sempre modellandoli sulle necessità reali delle persone e delle comunità locali. Progetti che non si limitano a rispondere all’emergenza, ma che costruiscono futuro. Nel corso dell’anno, i ricavi sono aumentati del 59,28%, grazie a una gestione attenta e a una rinnovata fiducia da parte di donatori e sostenitori. Le donazioni hanno superato i 663.000 euro (+15,6% rispetto al 2023), mentre il bilancio complessivo ha raggiunto i 5 milioni di euro tra ricavi e rendite.
Tutte le risorse sono state reinvestite nelle attività della Fondazione, che ha registrato un avanzo di circa 100.000 euro. È stato inoltre potenziato l’impegno nella comunicazione, sia online che offline, per garantire trasparenza e coinvolgimento nei confronti dei sostenitori. Il passaggio di testimone tra il presidente uscente Andrea Bottinelli e il nuovo CDA è stato salutato con gratitudine. Bottinelli e il suo Consiglio sono stati protagonisti di una fase di forte consolidamento e rilancio, i cui risultati sono ben rappresentati dal Bilancio Sociale. Anche sul fronte italiano, il 2024 è stato un anno di risultati tangibili. In Valdarno, sono state accolte 32 persone (salite a 40 nel corso dell’anno) e garantito un sostegno concreto a famiglie migranti, con percorsi di inclusione abitativa e lavorativa.
Un segnale positivo arriva proprio da due famiglie che, dopo aver raggiunto una stabilità economica e abitativa, hanno scelto di uscire dal programma di accoglienza, segno di un’autonomia raggiunta. Sono stati inoltre attivati sportelli di ascolto nel Valdarno e a Fiesole, aperti non solo agli ospiti delle strutture della Fondazione ma a tutta la comunità. L’obiettivo è quello di costruire una “comunità che accoglie”, dove l’integrazione non sia un processo unidirezionale ma reciproco. In ambito educativo, la Fondazione ha promosso progetti nelle scuole, con particolare attenzione alla disabilità, favorendo il dialogo tra giovani e realtà del terzo settore attraverso percorsi informativi e formativi.
Il lavoro della Fondazione si fonda su un team articolato e in crescita. Attualmente, sono 54 le persone coinvolte tra dipendenti (17), collaboratori e cooperanti, di cui 21 attivi in Italia. Equamente suddiviso tra uomini (28) e donne (26), lo staff si è arricchito nel 2024 anche della presenza di tre giovani volontari impegnati nel Servizio Civile Universale in Medio Oriente. Particolare attenzione è stata dedicata alla conciliazione tra vita e lavoro: le due sostituzioni per maternità effettuate nel corso dell’anno hanno garantito continuità organizzativa e supporto concreto alle lavoratrici madri.