La casa di Giorgio Vasari ospita fino al 2 febbraio una raffinata mostra che curata da Rossella Sileno e Emanuela Ferretti esamina i pensieri che hanno portato Vasari a fare della sua amata dimora aretina, dopo averla acquistata il 7 settembre del 1541 e affrontando in essa un programma iconografico incentrato sull’esaltazione della pratica della virtù per avere fama nell’arte, il “manifesto” del proprio ruolo sociale di pittore di successo, di architetto geniale, di intellettuale e di collezionista. Il percorso, cui ha collaborato anche l’Università di Firenze, è diviso in nuclei tematici e articolato per connessioni, concretizzando attraverso disegni, opere d’arte e manoscritti l’interiorità intellettuale nella dimensione domestica. Straordinario è il binomio che nella Sala di Apollo si crea tra la figura del dio dipinto nella volta e il bronzetto con l’Apollo di Willen van de Tetrode detto di Guglielmo il Fiammingo, delle Gallerie degli Uffizi, esempio di collezionismo mediceo. Una sezione è dedicata alla fortuna novecentesca di Vasari pittore e architetto.
Liletta Fornasari