Siamo nella lista nera del virus

Arezzo fra le 5 province più colpite dalla seconda ondata. Altri 61 casi

di Salvatore Mannino

Arezzo peggio di Bergamo, di Lodi e di Piacenza, gli epicentri della prima ondata del Covid. Fa discutere la classifica delle province elaborate dal Gimbe e in base alla quale il presidente Nino Cartabellotta comincia a parlare apertamente di lockdown mirati e locali. Gli aretini sono, sui dati elaborati dalla fondazione, al terzo posto fra i territori di maggior contagio di questo ritorno di fiamma del virus che è ogni giorno più evidente e preoccupante, quelli in cui è stata sfondata la quota cento casi ogni 100 mila abitanti. C’è Belluno, a quota 181, Genova, a 144, e subito dopo Arezzo a 129, seguita da Pisa e Prato poco sopra la soglia dei 120. Si tenga conto che la media nazionale è poco sopra la metà, a 58 e spiccioli. Sono calcoli basati sui dati regionali, La Nazione li ha rielaborati sulla base delle cifre Usl della settimana corrispondente, dal 7 al 13 ottobre: 290 positivi per un indice in lieve calo a 120, che ci porterebbe al quinto posto, dietro anche Pisa e Prato, ma sempre su livelli molto alti. Comunque superiori persino a Napoli, a 114, che è una delle zone di maggior allarme a livello nazionale.

Anche i 61 casi delle ultime 24 ore, sia pure in diminuzione sui 78 del giorno precedente, dicono di una situazione niente affatto tranquilla, con numeri superiori fra il 25 e il 30 per cento al picco che fu toccato durante il lockdown, 56 contagiati, ma con dentro tutti gli anziani delle Rsa. Una crescita esponenziale rispetto a nemmeno un mese fa: il 20 settembre i positivi in tutta la provincia erano appena 2, il giorno prima 9, il giorno dopo 13. Più o meno di un quinto di adesso, con un aumento regionale che è intorno a un quarto.

La conferma di come il virus stia colpendo ad Arezzo più che nella media toscana, anche se il tasso di ospedalizzazioine (39 ricoverati, 4 in più di ieri) e di occupazione delle terapie intensive (5 contro i 6 di prima) restano relativamente rassicuranti. Si smonta un po’ invece la spiegazione del maggior numero di tamponi rispetto al resto della Usl che farebbe scoprire più contagiati. Quelli effettuati ad Arezzo sono (dati Usl) 1400 su 3700 complessivi, grossomodo in linea con la maggior popolazione rispetto a Siena e Grosseto. La spiegazione di questo boom di contagi va spiegata altrove anche se per adesso nessuno sa trovarla: c’è stato un episodio scatenante oppure è il risultato di una serie di comportamenti imprudenti nel periodo in cui il Covid sonnecchiava?

Nell’attesa di una risposta, non resta che tornare all’oggi. I contagi del capoluogo sono 16, quindi la metà dei 31 di ieri, record assoluto mai toccato neppure durante il lockdown. Ci pensa la provincia a far salire i numeri: nessuna vallata è immune, nemmeno la Valtiberina che finora era meno toccata. A Sansepolcro siamo a due positivi, 8 a Montevarchi, 4 a Bibbiena, 2 a Foiano, 2 a Cortona, 3 a Castiglion Fiorentino e così via enumerando. Colpisce l’età media che si abbassa, insieme agli anziani della prima ondata, ci sono quelli della mezza età e anche i ventenni. Più una raffica di minorenni e bambini, undici in totale, un sesto del numero complessivo. Tra loro spiccano un piccolo di un anno a Cortona, uno di tre a Foiano, uno di cinque a Laterina, uno di sei in città e così via fino agli adolescenti: un dodicenne a Castelfranco, un quattordicenne a Cavriglia, un diciassettebbe che è l’unico classificato come studente.

E tuttavia il tasso di mortalità complessivo, dal lockdown in poi, resta tra i più bassi della Toscana: 16 ogni centomila abitanti contro gli oltre cento di Massa. Un quadro nel quale restano molte ombre da chiarire.