Le coltellate inferte a Sara Ruschi e Brunetta Ridolfi sono uno dei troppi esempi di violenze di genere che il film "C’è ancora domani" di Paola Cortellesi ha ambientato alla metà degli anni Quaranta. Un capofamiglia-padrone non perde mai l’occasione per sottolineare i ruoli prestabiliti dalla società, imponendosi con la violenza sulla moglie. A ottant’anni di distanza dalle scene del film non si ferma la violenza (anche omicida) di uomini che si sentono minacciati dall’emancipazione e dall’autonomia delle donne.
È arrivato l’ergastolo anche in Appello per Jawad Hicham: nonostante leggi e misure detentive gravi, il fenomeno dilaga. Perché c’è chi ancora confonde l’amore con un desiderio senza legge e senza orizzonte che si trasforma in violenza.