di Gaia Papi
"Sono angosciata, spaventata al pensiero che a settembre si debba ripartire da capo, riaffrontare per l’ennesima volta i soliti problemi con la consapevolezza che quanto costruito verrà interrotto", esclama Simona Greco. Come lei, tante mamme di bambini autistici che ancora una volta si trovano alle porte del nuovo anno scolastico con il grande dilemma: "Ci saranno ancora le stesse insegnanti con cui mio figlio ha fatto un percorso lo scorso anno? Si parla di continuità didattica. Il diritto di avere il docente di sostegno, assegnato ad una classe in cui è inserito un minore disabile, anche negli anni scolastici successivi al primo. Un diritto reclamato da tempo dai genitori degli alunni.
"Tommaso, 14 anni a settembre in terza media, in sette anni ha cambiato sei insegnanti. Inutile dire come l’autismo sia una disabilità complessa all’interno della quale la continuità sia importantissima" spiega Simona. E aggiunge: "I continui cambiamenti hanno aggiunto difficoltà alle difficoltà. Ogni anno ricominciare da capo, rispiegare a un nuovo insegnante chi è Tommaso, dover affrontare gli stessi problemi, nella consapevolezza che in una continuità didattica si assisterebbe ad una crescita, invece è un dannato interrompere ogni volta un’esperienza costruita insieme" continua.
Con la pandemia zi problemi si sono ingigantiti, in un attimo sono affiorati peggioramenti a livello comportamentale e scolastico. Fortunatamente con l’inizio della seconda media, l’inferno è finito. Sulla nostra strada abbiamo incontrato due insegnanti e un’educatrice comunale che sono riuscite ad entrare nel cuore di Tommaso. Un vero e proprio Tommi team, una squadra vincente che ha fatto diminuire gli stati ansiosi di mio figlio, sopraggiunti nel lungo periodo della pandemia. Oggi Tommaso è migliorato nella socializzazione e nel rendimento, accrescendo di giorno in giorno la sua autostima. Un miracolo, ma ho paura che svanisca a settembre. Per un genitore che ha passato l’inferno, pensare di dover perdere tutto questo è agghiacciante". Quella di Tommaso è solo una delle tante storie per cui l’associazione Autismo Arezzo e il suo presidente Andrea Laurenzi si stanno spendendo da anni.
"Spero di dare voce alle tante famiglie, ringrazio di cuore Autismo Arezzo" continua Simona. Pochi giorni fa dall’associazione è partita una lettera aperta indirizzata al ministero dell’Istruzione e del Merito e in prima battuta allo stesso ministro Giuseppe Valditara.
L’obiettivo: portare, ancora una volta, alla luce il problema "Un disservizio pesante, che danneggia in modo particolare le figure più deboli, quelle che maggiormente avrebbero bisogno di relazioni stabili e sicure" si legge nella lettera.
"Una questione che potrà essere risolta solo a livello normativo, quando una proposta di regolamento di continuità didattica, quella che nel 2019 venne bocciata dal consiglio superiore della pubblica istruzione, verrà attuata" spiega Roberto Curtolo, provveditore agli studi. "Dalle sue dichiarazioni, sembra che il ministro si stia spendendo in tal senso; è stato il primo ad aver portato all’attenzione la necessità di rivedere il regolamento. Noi ne saremo felicissimi in un’ottica di tutela dei giovani".