Scrive un libro a fumetti e tra le tavole dà spazio a piazza Grande

Scrive un libro a fumetti e tra le tavole dà spazio a piazza Grande

Scrive un libro a fumetti e tra le tavole dà spazio a piazza Grande

Tutto quanto fa spettacolo: e Alessandro Marmorini è una massima che deve aver scritto sulla parete dietro al letto. Lo avevamo lasciato al "Globe", il teatro voluto da Gigi Proietti e che dopo il crollo sta cercando di ritagliarsi un futuro, e lo ritroviamo sulla copertina di un libro. Una copertina dove campeggiano il titolo, "Una creatura perfetta" (editrice Tunuè) , e il suo nome. Lui, Alessandro: si è occupato di trama e sceneggiatura. E ha trovato una disegnatrice che si è intrecciata alla grande con la storia: Sindi Abazi, freelance fiorentina, il cui "timbro" campeggia sulla famosa copertina, dominata dall’occhio di un animale quasi mitologico.

E intorno al quale ruota la costruzione dello spettacolo più grande del mondo e che in quell’animale trova il suo perno. Una storia che per Alessandro parte da lontano, dall’infanzia perfino. "In casa i fumetti non sono mai mancati, mio padre sceglieva Tex, io Zagor". Ma da leggerli a scriverli ce ne corre, un po’ come a teatro dalla prima fila della platea al palcoscenico. "Ho conosciuto Simona Binni, un’autrice di fumetti, gli ho spiegato la mia idea". Che poi era già in parte romanzo.

Ma a casa Marmorini si sa, le arti si incrociano. E dal testo alla sceneggiatura è stato un salto, sia pur lungo tre anni. Anni nei quali Marmorini ha collaborato con Zero Calcare, come dire il fumetto al potere. Tra le tavole ce n’è una che raffigura piazza Grande, un cameo regalato alla sua città. Oggi sarà presentato alle 19 al Comix Cafè. E domani al Salone del Libro di Torino: dal tempio romano di Shakespeare al tempio dell’editoria.

In una storia nella quale rimbalzano la storia italiana anni ’50, i miti del cinema americano, la nascita della Rai. Perché chi scrive è un attore che si ripropone come "eroe" di carta ma punta a tornare a casa, il palcoscenico, come aveva fatto con Sergio Rubini. Sempre che nel mezzo non inventi qualcosa: che so, magari un disco? Al decathlon dell’arte tutto è possibile.

Alpi