Scrive su Facebook: "Insulti razzisti all'autostazione"

Scoppia il caso che vedrebbe coinvolti controllori Tiemme e agenti. Dall'inchiesta interna dell'azienda emergerebbe tut'altra versione. Quattro dipendenti ascoltati in questura

Controllore in autobus

Controllore in autobus

Arezzo, 10 settembre 2018 - Restano ancora poco chiari i contorni della vienda esplosa su Facebook dopo il post di una ragazza di 27 anni, di Sansepolcro, che ha raccontato di aver assistito a una sorta di aggressione condita da insulti razzisti nei confronti di un giovane senegalese all'autostazione nella mattinata di sabato. Scrive la ragazza: "Tutti quanti stavano bloccando un giovane alla discesa dell’autobus per presunta violazione e trasgressione delle regole, per possesso di un titolo di viaggio non valido. Dopo un controllo effettuato iniziavano urla e violenza contro il ragazzo che provava a difendersi verbalmente in inglese. L’impossibilità di comunicazione sia in in lingua italiana che inglese da parte del personale addetto al controllo in veste di pubblico ufficiale, carabinieri e polizia, costringeva il ragazzo a chiedere aiuto. Mi accingevo ad aiutarlo. Versava in uno stato di smarrimento e shock tra le grida che lo accerchiavano...". Protagonisti dell'episodio sarebbero stati i controllori di un autobus Tiemme e una pattuglia della polizia chiamata dagli stessi controllori.

Ben diversa la versione di Tiemme: i quattro controllori, più due autisti, sono stati ascoltati in un'inchiesta interna e hanno riferito una storia opposta. Il ragazzo senegalese aveva un titolo di viaggio non in regola perché il biglietto era stato timbrato più volte. Ha rifiutato, come legge impone, di mostrare i documenti e una volta all'autostazione i controllori hanno chiamato gli agenti. I poliziotti sono allontanati una decina di metri per parlare col giovane, ma - hanno spiegato i dipendenti Tiemme - non solo non c'è stato pestaggio ma neanche il minimo diverbio. Nessuno sarebbe  stato insultato.

In questura c'è la consegna del silenzio, il riserbo è totale anche se intuibile il forte scetticismo, condiviso peraltro dalla grande maggioranza di coloro che su Facebook hanno commentato il post. E' stata comunque avviata un'inchiesta per chiarire ogni minimo dubbio e ieri mattina sono stati ascoltati i quattro controllori.