Schianto: morta insieme al marito Benzinaio portava la Porsche a lavare

Si è spenta anche la moglie. Dai rilievi l’auto di lusso oltre i limiti di velocità, negativo l’etilometro sul guidatore

Schianto: morta insieme al marito  Benzinaio portava la Porsche a lavare

Schianto: morta insieme al marito Benzinaio portava la Porsche a lavare

di Alberto Pierini

AREZZO

Ha resistito solo poche ore più del marito. Gianna Mori è morta durante la notte, nella rianimazione dell’ospedale di Careggi. Era al fianco di Francesco, come da sempre nella sua vita, in quel tratto apparentemente tranquillo alle porte di Indicatore. Era con lui, quando la loro Skoda si è andata a schiantare contro una Porsche che arrivava dalla direzione opposta, quella della frazione. Colpita come da una boccia e scaraventata nel fosso laterale. Lei aveva 50 anni, lui 56: e insieme crescevano con amore e coraggio il figlio di 25 anni, anche lui ferito nell’incidente. Ferito grave ma che ancora resiste e ha buone speranze di salvarsi. Un figlio fragile, per una forma di autismo, ma che grazie a loro era protagonista della sua vita. Fino a quella rotatoria maledetta alle porte di Indicatore.

Un incidente sul quale filtrano le prime ricostruzioni, già molto avanzate. A bordo della Porsche non c’era il proprietario ma un benzinaio. Un benzinaio al quale il titolare dell’auto aveva chiesto di prendere l’auto per lavarla nel suo impianto. E che poi si è affacciato sconvolto sul luogo dell’incidente.

Anche il proprietario dovrebbe essere di Indicatore, era sua quella macchina super lusso, color perla. Distrutta solo in parte, perché il veicolo ha retto, a differenza della Skoda. E’ saltata una delle tre gomme, ma la macchina per l’abbrivio ha continuato a procedere per altri 200 metri, fino ad un distributore. Il guidatore ne è uscito quasi illeso.

Dai controlli è emerso che la sua velocità era oltre il limite imposto in quel tratto di strada e la macchina dovrebbe aver allargato nella carreggiata opposta: è questo il motivo dell’impatto? Al momento è la causa vista come più probabile anche se l’inchiesta è ancora lunga. E ai danni del’automobilista scatta l’accusa di omicidio stradale.

Un punto a suo favore ce l’ha: i controlli con l’etilometro sono risultati negativi, era perfettamente lucido. La macchina potente, e non facilissima da condurre, potrebbe avergli preso la mano? E’ una delle piste sulle quali si sta lavorando. Quella rotatoria, tra l’altro, è insidiosa. Chi la imbocca proprio in uscita da indicare sulla provinciale 21 anche a velocità più o meno regolare fa fatica a mantenere la linea, essendoci una contropendenza che in parte porta fuori.

Ma sono dettagli affidati alle indagini, partite subito, già dai primi rilievi condotti sul posto dalla polizia municipale, per prima sul luogo dello schianto.

Uno schianto che ha distrutto una famiglia: è rimasto solo il figlio, che ha perso in un colpo solo, quel colpo secco, entrambi i genitori. Vivevano, come spieghiamo a fianco, alle Ville di Terranuova. Tutto lascia pensare che stessero tornando a casa. Forse provenendo da Agazzi, l’istituto di riabilitazione alle porte della città, che la famiglia frequentava a volte durante la settimana. La struttura si raggiunge da via Chiarini: in fondo alla quale si apre lo stradone di Pescaiola e lo snodo di Ponte a Chiani. Poche centinaia di metri prima del punto dell’incidente. Da lì arrivare alla regionale 69 è un passo, ed è l’asse che collega la città al Valdarno ove non si scelga l’autostrada.

Una corsa spezzata in un secondo, come tanti su Facebook notano in lacrime. Il secondo che a volte ti toglie la vita.