
Scarpe da ginnastica di colore rosso con la suola bianca e un tatuaggio sono bastati a mettere insieme i tasselli per rintracciare l’uomo che ha ucciso Joel Ramírez Seipo, dominicano residente a Montevarchi. Le telecamere fuori dal locale all’alba del primo di ottobre avevano messo in evidenza alcuni particolari. Poi il tam tam sui social dove più persone presenti nel locale quella sera iniziano a commentare il fatto.
Gli indizi portano a un uomo che i militari guidati da Claudio Rubertà, comandante provinciale dei carabinieri insieme a quelli di Tommaso Forziati del comando di San Giovanni, hanno escluso essere il colpevole. L’uomo indicato sui social è stato scagionato dai carabinieri. Tante le testimonianze raccolte dopo la tragedia e tanti i commenti passati al setaccio. A prevalere, come hanno spiegato i carabinieri in conferenza stampa, è stata la paura di fornire dettagli dei partecipanti alla rissa.
Le indagini, subito avviate, hanno portato domenica alla casa di Braulio Pavel Martínez Mesa a Ellera di Corciano. All’arrivo dei carabinieri in casa c’era solo la compagna. È stato così avvertito via telefono dalla donna. Il giorno dopo, l’uomo di 33 anni operaio in un’azienda di generi alimentari si è presentato in caserma: ha precedenti per rissa, reati legati alla droga, minacce ed estorsione. Ha fatto alcune ammissioni, raccontando di aver tirato qualcosa durante la maxi rissa.
Così i carabinieri hanno atteso di avere ulteriori elementi. Venerdì sera Braulio Martínez è stato arrestato e ieri mattina, in carcere ad Arezzo, è stato sottoposto ad interrogatorio: al suo fianco l’avvocato Francesco Areni.