Alberto Pierini
Cronaca

Scacco matto al Natale: sabato d'oro, quasi 200mila presenze, code in A1, assalto continuo

Ad una settimana dal weekend dei 350 mila la città fa bingo. Ai pullman si aggiunge l'invasione dei camper. Folla sul Corso ma la forbice tra i due centri si allarga ancora

Folla al mercatino dell'Immacolata

Arezzo, 9 dicembre 2018 - «Noi veniamo da Artena»: babbo, mamma e tre figlioli. Alle spalle uno dei comuni arroccati del Lazio, sui monti Leprini, di fronte la folla della Città di Natale. Impressionante, perfino se vivi a qualche chilometro da Roma e sei via via abituato a perderti nella calca. «Non pensavamo una cosa del genere». Neanche noi, tranquillo.

Perché d’incanto la Cenerentola del turismo prende a calci la zucca, fa a pezzi la scopa e sfila come una principessa. In coda, è chiaro. In coda fin dal mattino, quando al casello dell’autostrada si creano due chilometri di tappo per chi vuole entrare in città. Due qui e due in Valdichiana, forse causa outlet. Come ad Affi per Gardaland, come a Bologna per il Motor Show. E da lì il serpentone si allunga fino in centro.

Attraversando a passo d’uomo il raccordo, sfiorando il primo grande parcheggio, al Centro Affari, e poi affondando il muso dell’auto o del pullman fino a ridosso della città. A ridosso, perché dalle 15 il centro chiude le porte: quelle storiche e quelle moderne, lasciando solo pochi spiragli ai movimenti interni. La polizia locale si fa in 4-8-16 per presidiare i varchi, tanti, troppi.

La sintesi? Beh, chi sta dentro si gode il centro vuoto, chi sta al Poggio del Sole o in via Spinello si gode una casa con vista sui cofani. Però il sistema regge. Certo meglio della ristorazione. «Completo: no a prenotazioni. fate la coda». Una tovaglia gialla, di quelle sulle quali Patty Smith aveva scritto il suo splendido pezzo su Arezzo, è appesa sulla porta dell’Agania. E vale per tutti. Mentre piazza Grande tracolla: un muro di gente, via Seteria la fai solo in processione come alle funzioni.

Un muro piazza Grande, con il mercatino tirolese che resta la prima attrazione della città di Natale: ma muro anche sul Corso, almeno nel tratto dai Portici fino alla città alta. Sotto molto meno, la forbice tra i due centri si allarga nella giornata del delirio. Che sfiora le duecentomila presenze di domenica scorsa, ma con alcuni indicatori ancora migliori.

Tanta gente anche al Prato, nelle attrazioni messe in piedi da Arezzo Intour e nei semplici chioschi. In 50 aspettano un panino con la porchetta, in 148 alle 14.20 l’ingresso al villaggio della Lego, i trenini viaggiano all’esaurito (40 posti) per tutte le corse del giorno. Davanti alla Casa di Babbo Natale più persone che alle mense universitarie di Firenze.

E così dalla mattina a tarda sera: perfino a notte, quando il Prato mantiene i suoi gioielli accesi e gli insaziabili guadagnano la ruota panoramica. «Noi dormiamo a Gargonza» ci dice il nostro amico di Artena. Poi al risveglio deciderà se rimanere o fare una scappatina a Siena. Meta minore, è vero, ma una puntatina la merita: così, «scappa e fuggi». Beh, l’ex Cenerentola ha un cuore d’oro.