Sarò al vicino sulla ruspa. Scontro sulla legittima difesa

Oggi la sentenza per Mugnai: nel gennaio 2023 sparò al vicino Dodoli. La procura: "Fu un’azione precipitosa, avventata e imprudente" .

Sarò al vicino sulla ruspa. Scontro sulla legittima difesa

La ruspa con la quale la famiglia di Mugnaia venne assalita quella sera

Rischia di essere condannato per aver ucciso il vicino di casa che gli stava demolendo le mura con la ruspa. Arriverà in giornata la sentenza per il delitto di San Polo del gennaio del 2023. Sandro Mugnai, l’uomo che sparò e uccise dalla finestra del suo casale in campagna, è accusato di eccesso colposo di legittima difesa. Questo è il capo di imputazione che gli contesta la Pm Laura Taddei, conclusione alla quale la Procura è arrivata a termine delle indagini dopo la morte del 59enne Gezim Dodoli, che con l’escavatore proseguì il “duello“ iniziato tra chi viveva ad una porta di distanza.

La Procura parla di azione "precipitosa, avventata e imprudente e alla percezione del segnale di innesto della retromarcia dell’escavatore e di una sua movimentazione, dopo solo circa un minuto e 40 secondi alla precedente azione". Così - chiosa la Procura - "Esplodeva in rapida sequenza (tre secondi) tre colpi e dopo circa tre minuti, quando ormai l’escavatore non aveva più alcuna movimentazione, un ultimo colpo". Una conclusione meticolosa, puntuale e dettagliata a cui l’accusa è arrivata a seguito delle perizie balistiche e degli esami scientifici. I colpi erano stati 6. Di questi i primi tre si erano fermati sulla ruspa, gli altri no. Dritti al bersaglio, fino al cuore, non lasciando scampo all’albanese armato di ruspa.

Stamani alle 10 è in programma l’udienza e - è probabile - anche la sentenza che arriverà con rito abbreviato, la formula optata dai difensori Piero Melani Graverini e Maria Lelli. Prevede lo sconto di pena di un terzo in caso di condanna. In mattinata la requisitoria della Pm, le richieste degli avvocati di parte civile e l’arringa dei legali dell’imputato. Poi la sentenza.

Al tempo, quando venne convalidato l’arresto e si decise sulle eventuali misure cautelari da emettere, la giudice per le indagini preliminari Giulia Soldini riconobbe a Mugnai la legittima difesa dopo che la Procura di Arezzo lo aveva fatto arrestare per omicidio volontario. La Gip scrisse che il 53enne aveva agito per "difendere la propria e l’altrui incolumità" anche perché ogni via di fuga era impedita". Barricato in casa con Mugnai, la moglie, uno dei figli, la madre e altri parenti. Con loro a cena anche Dodoli: ma alla tavolata qualcosa andò torto e partì il litigio e tutto il resto.

L.A.