Sara, fischi da talent. Studia ingegneria e sogna la serie A: "Calcio senza barriere"

Schinco, 20 anni, dirige in Prima categoria ed è stata inserita tra le sei promesse della Toscana arbitrale: "Sogno il giorno in cui nessuno si stupirà più di una donna che dirige gli uomini".

Sara, fischi da talent. Studia ingegneria e sogna la serie A: "Calcio senza barriere"

Sara, fischi da talent. Studia ingegneria e sogna la serie A: "Calcio senza barriere"

E pensare che Sara Schinco quando ha messo piede per la prima volta all’interno della sezione arbitri di Arezzo lo aveva fatto soprattutto per supportare un’amica più che per un proprio interesse. "Poi lei ha deciso di fermarsi, mentre io ho trovato un ambiente in cui mi sono inserita e sto molto bene, oltre al fatto che pratico uno sport che mi piace".

Schinco, cosa significa far parte del progetto Uefa Mentor & Talent?

"È un percorso a livello nazionale che ha visto ogni comitato regionale selezionare quelli che vengono ritenuti i migliori arbitri e guardalinee - spiega Sara, unica donna tra i sei fischietti selezionati in Toscana - l’obiettivo è quello di aiutare la crescita di arbitri e guardalinee. Nel mio caso sarò seguita nei prossimi mesi da un arbitro che ha avuto una carriera importante alle spalle con il quale potrò confrontarmi, che mi visionerà seguendo la mie partite. Sono davvero contenta per questa opportunità".

Quando si è avvicinata al mondo arbitrale?

"Frequentavo il liceo Redi quando a scuola vennero alcuni ragazzi della sezione Aia di Arezzo per presentare il corso arbitri. Una mia amica mi convinse a partecipare ed è iniziato tutto da qui. La prima partita? Nel 2019, a 16 anni: Petrarca-Laterina, campionato Giovanissimi provinciali e poi lo stop per il Covid".

La pandemia non l’ha allontanata dalla sezione quindi.

"Non ho mai pensato di smettere di arbitrare. Poi quando c’è stata la possibilità di tornare in campo ho lasciato la pallamano, ero una giocatrice, per dedicarmi maggiormente alla sezione, essere un arbitro insomma".

La sua famiglia come ha preso questo tuo percorso, l’idea di essere un arbitro?

"Mi hanno sempre appoggiato e poi lo scorso anno mia sorella Valentina, che ha 16 anni, ha frequentato il corso e a gennaio ha iniziato anche lei ad arbitrare. Il corso, la vita in sezione, sono esperienze che consiglerei a tanti ragazzi e ragazze di provare. Tra l’altro tra pochi giorni inizierà un nuovo corso".

Qual è la sua settimana tipo?

"Mi alleno tre o quattro volte alla settimana, poi ci può essere una partita, a volte anche due - spiega Sara - studio ingegneria biomedica a Firenze, sono una pendolare e quindi ho la possibilità di potermi allenare con assiduità in sezione".

In campo che qualità servono per condurre una partita?

"La severità ti può aiutare in certi frangenti, ma quello che serve maggiormente è il rispetto. Se tu lo vuoi dai calciatori e dai dirigenti deve essere la prima cosa che mostri loro".

Oggi è in Prima categoria, a breve potrebbe passare in Promozione. Il sogno immagino sia quello di arrivare in serie A come la livornese Maria Sole Ferrieri Caputi.

"Penso sia normale - prosegue Sara - tra l’altro vedere una ragazza ai massimi livelli è sicuramente bello e stimolante soprattutto pensando al grado di preparazione atletica che richiede dirigere una partita di serie A. Mi piacerebbe che un giorno una ragazza arbitro a certi livelli fosse vista come la normalità".

M.M.