Santo Spirito non si ferma più Cicerchia cappotta Colcitrone

La Colombina fa il bis e va prima nell’albo d’oro in una delle edizioni più spettacolari di tutti i tempi: sei centri. Spareggio al 10: Elia fa un doppio 5, Scortecci colpisce il settimo di fila. Rauco e Vanneschi da applausi

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di Sonia Fardelli

Cappotto, sorpasso e primato. Porta Santo Spirito non si è fatto mancare niente in questa 142 esima Giostra del Saracino. Il Quartiere di Porta Crucifera ha lottato come un leone fino all’ultimo, ma non è bastato. Secondo in Giostra e secondo nell’albo d’oro della manifestazione.

Il veterano Eugenio Vannozzi alla prove aveva sentenziato "in questa Giostra se si vuol prendere due soldi bisogna scommettere contro i favoriti". Ma contro due cavalli di razza come Elia Cicerchia e Gianmaria Scortecci è impossibile vincere. E ancora una volta lo hanno dimostrato ieri.

Pronti a passarsi la borraccia ed intervenire per non rallentare la corsa quando uno dei due è in leggera difficoltà e non ha ottenuto il massimo. Un gioco di squadra vero. Il loro e quello di un intero quartiere che li sostiene.

Ad aprire la Piazza è stato Gianmaria Scortecci che in sella a Doc ha fatto un ennesimo capolavoro: bella carriera ed un cinque senza sbavature. Ha provato a tenere il passo Davide Parsi per Porta del Foro. Ma la sua cavalla, la debuttante Biancaneve è partita molto veloce e gli ha creato qualche difficoltà a metà carriera. Il giostratore giallocremisi ci ha provato comunque, ma non è andato oltre il quattro. Ai gialloblù si affianca Porta Crucifera con Adalberto Rauco che in sella a Pia trova la giusta strada per il cinque. Il primo della sua carriera di giostratore ed utile per rimettere in gioco i cruciferini. A chiudere la prima serie di carriere Porta Sant’Andrea che manda in lizza Tommaso Marmorini in sella a Conte Darko. La carriera non è perfetta e per il giovane giostratore biancoverde arriva solo un quattro. Seguito da qualche tenue protesta dei biancoverdi per disturbi. Si riparte con Santo Spirito. Elia Cicerchia in sella ad Olympia non sbaglia il colpo e cancella il cuore del Buratto. Tocca poi a Francesco Rossi per Porta del Foro, che in sella a Rocky ferma la lancia sul quattro.

A Lorenzo Vanneschi sono affidate tutte le speranze dei cruciferini. Ed il giovane giostratore in sella a Pinocchio non le tradisce: la lancia centra il cinque. Un tiro che vale gli spareggi con Santo Spirito. Bel tiro del giovanissimo Saverio Montini che riesce a riscattarsi dall’opaca prestazione di giugno. Buona carriera e lancia sul cinque.

Agli spareggi Santo Spirito manda Gianmaria Scortecci che però non riesce a concedere il bis. Il colpo è sul quattro e i gialloblu temono che la lancia d’oro possa allontanarsi dai Bastioni. Prova a chiudere la Giostra Adalberto Rauco con Pia, ma nemmeno lui arriva al cuore del Buratto. Quattro punti e sfida ancora tutta da giocarsi.

Parte il cecchino della lizza. Olympia questa volta è perfetta nella carriera ed Elia Cicerchia centra ancora il cinque. Compito difficilissimo per Lorenzo Vanneschi che deve obbligatoriamente colpire il cinque per tenere in gioco Porta Crucifera. Non ce la fa: il suo tiro finisce sul quattro.

La Piazza esplode con mille fazzoletti gialloblù. E con il pianto liberatorio dei giostratori di Porta Santo Spirito. Campioni sempre. Anche in mezzo alle grandi tragedie della vita.

Una Giostra da incorniciare in una giornata di festa che Arezzo ha vissuto fino all’ultimo secondo con il fiato sospeso, anzi appeso al tabellone: il verdetto della gioia o della sconfitta. Uno spettacolo unico che ha esaltato la magnificenza della città nella sua manifestazione regina. I vessilli del Quartieri ai balconi, gli sfottò tra Quartieristi, l’adrenalina delle carriere, gli squilli delle chiarine e il rullo dei tamburi a scandire la narrazione di un’edizione speciale, dove tutto si è compiuto in un rito collettivo che è identità.