
L'oro ancora al palo
Arezzo, 19 giugno 2020 - Scendono in campo per l’oro i i parlamentari eletti in area vasta che scrivono ai ministri dell’economia e dello sviluppo per sollecitare un sostegno a un comparto alla canna del gas. La situazione del principale motore del sistema Arezzo l’abbiamo più volte descritta, anche attraverso il contrbuto dei più importanti imprenditori e dei leader delle associazioni di categoria.
Ottomila sono gli addetti in cassa integrazione, la stragrande maggioranza degli occupati di fronte a un mercato completamente bloccato: esportazioni azzerate, ordinativi in fumo, reparti fermi. Questa è la difficile situazione a cui si somma la beffa del Decreto Rilancio che di fatto scaraventa fuori quasi per intero il settore dal perimetro degli aiuti. La soglia dei cinque milioni che non si può superare per ricevere contributi a fondo perduto , è infatti una barzelletta per le aziende dell’oro.
Basta che lavorino cento chili in un anno per arrivare al traguardo e anche la più piccola ditta, se vuol sopravvivere, a questa quantità deve per forza arrivarci. E dunque l’unica soluzione starebbe nel calcolare il fatturato al netto della matera prima. I parlamentari che hanno sottoscritto l’appello, appartengono a tutti i partiti che hanno avuto eletti, dal Pd ai 5 Stelle passando per Lega e Forza Italia.
Aderiscono ex ministri come Piercarlo Padoan e Maria Elena Boschi, non manca l’economista Tommaso Nannicini e nemmeno il senatore Riccardo Nencini, al completo gli aretinissimi Gagnarli, Mugnai, D’Ettore, Nisini. Questo è comunque l’elenco completo: Susanna Cenni, Maurizio D’Ettore, Luca Migliorino, Stefano Mugnai, Tiziana Nisini, Piercarlo Padoan, Maria Elena Boschi, Cosimo Maria Ferri, Chiara Gagnarli, Tommaso Nannicini, Riccardo Nencini, Manfredi Potenti, Alessia Rotta, Elisabetta Ripani.
«L’orafo-argentiero - scrivono - è comparto trainante per l’economia aretina e toscana, volano prezioso per promuovere le opportunità offerte dall’economia circolare. E’ stato fortemente colpito dalla crisi Covid che ha inficiato l’organizzazione produttiva e la struttura finanziaria delle aziende e ha prodotto effetti dirompenti sull’offerta, sulla fiducia tra gli operatorie sulla domanda».
Ricordano il dimezzamento del fatturato nel primo trimestre 2020 e avvertono che il peggio deve ancora arrivare. Se ci aggiungiamo il prezzo dell’oro ai massimi storici, ecco che la frittata è già pronta come dimostrano 8.113 le domande di cassa integrazione presentate nella provincia di Arezzo. «I rappresentanti del settore da noi incontrati - continuano - hanno espresso la necessità di garantire alle imprese la liquidità indispensabile per sostenere la continuità produttiva ed occupazionale, anche attraverso provvedimenti ad hoc che prevedano la notevole incidenza del costo della materia prima nei fatturati delle imprese».
Chiedono la rapida adesione alla convenzione sul controllo e la marchiatura degli oggetti in metalli preziosi perché «i ritardi non consentono alle nostre aziende di utilizzare le agevolazioni previste, come la libera circolazione di gioielli marchiati secondo le procedure della Convenzione stessa all’interno dei paesi aderenti». Per tutti questi temi la richiesta al governo è quella «di attivare con urgenza un tavolo nazionale di confronto per individuare le misure necessarie per rilanciare e tutelare l’attività di un settore strategico».