
di Alberto Pierini
L’ultima spiaggia gli si sta un po’ sgretolando tra le dita. La stagione dei saldi è da sempre considerata una "ciambella" lanciata al commercio. Ma mai lo è stata come in questi ultimi due anni, un calvario di chiusure, lockdown e vetrine accese ad intermittenza. Ma neanche i saldi possono fare i miracoli. No, i "saldi mortali" non riescono a nessuno. In giro il bilancio è come sempre a macchia di leopardo: con una linea comune, il freno tirato.
Dopo circa dieci giorni dal debutto gli affari continuano ad andare al rallentatore. Ci sono e muovono la classifica: ma oltre non vanno. Anche se non mancano le eccezioni. Ad esempio tutto il settore legato alle cerimonie sta tornando a respirare a pieni polmoni. La ripartenza dei sì e delle comunioni è un volano che era atteso da tempo. Ma in questo è chiaro, i saldi c’entrano poco, forse il giusto. Se anche c’è chi, di fronte alla crisi, è disposto a venire incontro sul prezzo per l’abito da cerimonia, siamo di fronte ad una domanda parallela: e che sarebbe risuonata anche senza i saldi.
Poi c’è l’intimo, quello che viaggia alla sua velocità: complice la partenza per le ferie, che se non altro ti riconcilia con il costume e l’attrezzatura minima. Ma in questo caso gli scontrini non si contano ma si pesano: perché saranno pure tanti ma leggeri, secondo un trend partito da anni. E alla fine i conti tornano solo a metà.
Un po’ come quelli di un intero settore. Le cifre dopo dieci giorni sono scritte sulla sabbia. Ma una tendenza c’è: si parla di un calo di affari intorno al 20% rispetto al 2019. Che è l’unico punto di rifermento sano, l’ultima stagione nella quale il virus al massimo era l’influenza e le mascherine erano Colombina e Arlecchino. La conferma arriva anche da Confcommercio, che del resto già aveva previsto un calo di spesa da parte delle famiglie simile: da 230 a 180 euro.
Diverso il confronto con il 2020, l’anno "gemello" sul filo della pandemia. Rispetto a dodici mesi fa le cose vanno un po’ meglio. Un pizzico di fiducia in più ma anche una partenza dei saldi che allora era stata fissata alla fine di luglio, data che fatalmente ne aveva frenato gli effetti.
Sulla fetta più importante dei saldi, la moda e l’abbigliamento,in centro i commercianti parla di uno scontrino medio intorno agli 80 euro.Un dato medio e sul quale pesano due variabili. Una è l’assenza di stranieri: o meglio la penuria, negli ultimi giorni si sono rivisti, ma molto timidamente. Non al punto di compensare i vuoti degli italiani. L’altra è la vacanza del weekend. In un anno di crisi parecchi si stanno orientando sulle partenze "scaglionate": da venerdì sera (massimo sabato mattina) alla domenica.
I giorni migliori per lo shopping alla fine diventano quelli centrali della settimana: da martedì a giovedì. Il venerdì cominciano i preparativi, il sabato si assaggia il deserto. Stesso fenomeno a Sansepolcro, trend opposto in Valdarno: perché il sabato sembra restare il giorno migliore. Ma da quelle parti almeno gli agriturismi viaggiano abbastanza pieni e il menu cambia.
In centro no, il sabato diventa una "ruota sgonfia": e in particolare per chi lavora sulla fascia medio-alta,quella che in vacanza gira gira ci va, se non altro nel fine settimana. E sempre il centro e le sue vetrine diventano una sorta di termometro per il turismo. Frenato più dei saldi dalla riapertura fino a questo scorcio del’estate. Ma l’ultima settimana, ci dicono, sembra aver segnato un’inversione di tendenza. Si sono ricominciati a vedere gruppi e famiglie in proporzioni più umane e la ricaduta c’è stata anche sui registratori di cassa. Ossigeno, ossigeno pure. Anche e poi in giro passeggi tra sconti e annunci di chiusure imminenti. E ti chiedi se sia il peggio quello che debba ancora venire e non il meglio: e non sai a chi dei due preparare la camera e la cena.