
Arezzo, 4 marzo 2024 – Era il ritrovo della baby gang conosciuta come Montana, ieri, il questore Maria Luisa Di Lorenzo, ha deciso di sospendere la licenza di somministrazione di alimenti e bevande al bar "My Way". Chiuso, quindi, e lo sarà per dieci giorni. Il locale nel cuore di Corso Italia, tra la fine del 2022 e l’inizio del nuovo anno, era stato oggetto di numerosi interventi delle Volanti della Questura, del Nucleo Operativo Radiomobile dei Carabinieri e della Polizia municipale a seguito di episodi che avevano avuto gravi ripercussioni sull’ordine e la sicurezza pubblica. Ieri, la decisione della sospensione.
Un provvedimento adottato dopo gli ennesimi controlli da parte della squadra amministrativa della questura che hanno consentito di accertare la continua frequentazione del bar da parte di avventori gravati da numerosi precedenti di polizia. Tra i più assidui frequentatori del locale anche alcuni membri della baby gang, la banda Montana come si facevano chiamare, che per mesi ha imperversato in città portando paura e preoccupazione soprattutto tra i più giovani. Erano loro i bersagli preferiti dei ragazzotti che avevano scelto piazza Sant’Agostino come quartier generale.
A due passi da lì, in Corso Italia, il bar nel quale, oggi si viene a sapere, alcuni membri della banda si ritrovavano, magari proprio per organizzare le loro scorribande e i video che puntualmente postavano sui social. Protagonista sempre lui, il capo, il trapper, Walid Rakia. L’unico ad essere giudicato dal tribunale di Arezzo. Un altro ragazzo ha chiesto la messa alla prova, e l’istanza è stata astrattamente accolta dal Gip Cascone.
Per altri sette membri, che all’epoca dei fatti erano minorenni, la competenza è del tribunale dei minori di Firenze. A che punto siamo? Il procedimento, per una questione procedurale, da gennaio è stato rimandato, si torna in aula a marzo. Ma intanto gli episodi in centro sono ripartiti. Un gruppo di giovani, non più baby ma appena maggiorenni, sono considerati protagonisti di una rissa sul Corso e di altre gesta a Sant’Agostino. Un parapiglia, all’inizio dell’anno, per entrare in un locale in via Madonna del Prato, a seguito dell’aggressione a un aretino di 60 anni in piazza Sant’Agostino, avvenuta a dicembre. Insomma azioni sullo stile, e forse non solo, della banda Montana.
"Hanno l’obiettivo di una contrapposizione violenta con altri gruppi e l’acquisizione di una sorta di egemonia nell’universo giovanile", aveva detto Luciana Piras, che guida attualmente la Procura generale, all’apertura dell’anno giudiziario. Tornando al bar, l’ordine del Questore di sospendere l’attività trova quindi la sua motivazione nell’esigenza di tutelare l’ordine pubblico e la sicurezza dei cittadini. E lo fa privando persone, gravate da precedenti di polizia e ritenute di conseguenza pericolose, del luogo in cui abitualmente si ritrovavano.