Ripartenza Lem: tutti i dipendenti al lavoro

Dopo il vasto incendio dei giorni scorsi attività riorganizzata in tre turni. Parla uno dei responsabili: "Grande dimostrazione di solidarietà"

Migration

di Roberto Bertoncini

Salvaguardare il lavoro, le persone e il mercato. È su queste tre priorità che si è basato fin da subito il grande sforzo prodotto dalla Lem per la sua ripartenza. Una dura e intensa attività di riprogrammazione quella portata avanti nei giorni immediatamente successivi all’incendio e che ieri ha permesso a tutti i dipendenti di rientrare al lavoro. L’unione dell’azienda, la solidarietà da parte dei clienti e la vicinanza del territorio hanno fatto poi il resto, consentendo così di mettere alle spalle, per quanto possibile, la preoccupazione e lasciar posto alla determinazione per l’inizio di questa ripresa. "Abbiamo riorganizzato i lavoratori su tre turni e ristrutturato quindi le linee di produzione, oltre che i team e le squadre di lavoro, sulle 24 ore – spiega Omar Cescut, responsabile comunicazione della Lem Industries – Delle 500 finiture possibili che produciamo, al momento sono circa il 10% quelle che non riusciamo a garantire, ma abbiamo avuto una grande dimostrazione di solidarietà e di collaborazione intelligente da parte dei nostri clienti che hanno rinviato a un periodo successivo tutte quelle lavorazioni che abbiamo, ma alle quali in questo momento non riusciamo a rispondere. Ci hanno chiesto solamente quello che riusciamo a dare". Questi sono stati dunque gli obiettivi tracciati a brevissimo termine, mentre quelli a medio e lungo raggio verranno definiti più in là, al momento della riapertura dei sigilli dello stabilimento in modo da valutare in maniera reale i danni subiti e programmare il tipo di produttività da reintrodurre al suo interno. In questo momento tutti i dipendenti, circa un centinaio, sono rientrati al lavoro nei siti del gruppo vicini a quello interessato dall’incendio. L’altalena delle emozioni in questi giorni è stata importante per ognuno: rabbia, preoccupazione, pensieri. Per questo l’azienda ha chiesto loro solo una cosa: semplicemente di tornare a fare bene il proprio mestiere, come hanno sempre fatto.

"All’inizio abbiamo accusato il colpo perché sembrava tutto compromesso poi però con la reazione di Daniele Gualdani, le capacità delle nostre donne e dei nostri uomini e l’affetto che abbiamo ricevuto dal territorio abbiamo capito ancor di più che valeva la pena crederci – prosegue Cescut – Nell’elaborare queste grandi emozioni che abbiamo vissuto come la rabbia, la preoccupazione e la determinazione, ci hanno aiutato molto i social aziendali, i gruppi whatsapp, che ci hanno consentito di rimanere connessi e di liberare la delusione, diventata voglia di riscatto. Lunedì mattina abbiamo chiesto alle persone di arrivare preparate e loro lo hanno fatto".