MAURIZIO COSTANZO
Cronaca

Arezzo, il primo maggio si è aperto nel ricordo della tragedia all’Archivio di Stato

È stata deposta una corona, nel pomeriggio un dibattito sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro

La commemorazione (foto Falsetti)

La commemorazione (foto Falsetti)

Arezzo, 1 maggio 2024 – Sono trascorsi quasi sei anni da quel tragico 20 settembre 2018, quando Piero Bruni e Filippo Bagni furono uccisi da una fuga di gas argon dall'impianto antincendio dell'archivio di Stato di Arezzo. Anche quest'anno in occasione del primo maggio Acli Cisl e Mcl hanno deciso di aprire le celebrazioni con la deposizione di una corona di fiori all'Archivio di Stato, dove è stata anche intitolata una sala ai due lavoratori. Una giornata per ricordare tutte le morti bianche sul territorio aretino. Un momento di commemorazione e di riflessione molto partecipato si è svolto dunque presso l'Archivio di Stato di Arezzo, con la deposizione di una corona. Proprio nel posto dove, il 20 settembre del 2018, trovarono la morte due dipendenti che erano accorsi perché il sistema di allarme antincendio suonava. Furono entrambi uccisi da una fuoriuscita di gas argon.

La sala intitolata a Piero Bruni e Filippo Bagni
La sala intitolata a Piero Bruni e Filippo Bagni

Si sono aperte così questa mattina le celebrazioni del primo maggio ad Arezzo. Nel pomeriggio seguirà poi un dibattito sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. «Stiamo provando a crescere i nostri figli - hanno detto le due vedove, Monica e Anna - ma le figure dei loro padri mancano tantissimo. Con il passare del tempo il dolore rimane forte e non si allevia». Un caso per il quale è ancora aperto il processo in tribunale ad Arezzo per omicidio colposo a carico di ex dirigenti e responsabili della manutenzione e sicurezza. La sentenza è prevista alla fine dell'anno. “In questo giorno di festa – spiega Valentina Matteini dell’Acli Arezzo – è importante ricordare chi ha perso la vita sul posto di lavoro. Ogni volta che si sente parlare di morti, ma anche di infortuni sul lavoro, che a loro volta generano invalidità permanenti o meno, è una sconfitta. Noi oggi, nel 2024, ribadiamo che è inaccettabile che continuino ad accadere questi eventi, a qualsiasi età accadono e in qualsiasi zona d’Italia accadano”.

Il primo maggio è stata dunque un’occasione per ricordare le morti bianche sul territorio, l’ultima solo qualche giorno fa, quella di Manuel Cavanna a soli 23 anni. “Dobbiamo fare di tutto perché le morti sul lavoro siano evitate – spiega Maurizio Pagliai, presidente Mcl Arezzo - . La ricetta c’è: prevenzione, formazione, controlli. Il nostro compito come associazione è quella di tenere alta la guardia e sensibilizzare tutii -opinione pubblica, lavoratori e datori di lavoro – in questo percorso”.