
Orafi al lavoro
Arezzpo, 17 dicembre 2019 - Pensare che Arezzo, oggi appena quarantaduesima, è stata persino sul podio della Qualità della Vita del Sole-24 Ore, il più prestigioso degli studi sul benessere. Correva l’anno 2003 e i Botoli Ringhiosi si arrampicarono sul tetto del terzo posto, superati solo da Firenze, la vincitrice, e da Milano.
Non è soltanto storia, è anche la parabola di una città e di una provincia che è nettamente divisa in due: da un lato i primi quindici anni della classifica del Sole, con Arezzo che rimane sempre nelle venti posizioni di vetta, culminati appunto nella medaglia di bronzo del 2003, dall’altro il lento ma a volte anche ripido declino successivo, per colpa del quale gli aretini non sono più tornati, se non una volta, nella Top 20.
C’è una relazione, evidentemente, fra le classifiche del benessere (ci fu anche quella di Italia Oggi del 2004 che ci vedeva in cima al gruppone) e l’Arezzo rampante degli anni ’90, quella nella quale l’oro tirava ancora, compreso il nero, e non solo con l’export, l’economia cresceva a ritmo da nord-est, l’edilizia volava con la febbre della speculazione sui terreni, il tasso di disoccupazione era quello quasi fisiologico del 5 per cento, quasi la metà di adesso.
E’ vero che lo studio del Sole non è solo congiuntura economica, ma è chiaro che quei numeri pesavano sul risultato finale. Infatti. Arezzo, che debutta da cinquantesima nel 1990, sale subito, già dodici mesi dopo, al tredicesimo posto, che diventa il decimo nel 1993 e l’ottavo nel 1994, come è facile rilevare dalla classifica delle classifiche pubblicata dal quotidiano in occasione del trentennale.
Nel 1995 c’è il primo scivolone, ma una tredicesima piazza è roba che oggi farebbe fare salti di gioia. Sono posizioni che la provincia (già, conviene ricordare che la graduatoria viene costruita sul complesso della provincia e non solo sul capoluogo ed è quindi un termometro del sistema economico-sociale complessivo) mantiene anche a cavallo degli ann 2000: sempre nei primi quindici posti, con due cadute, nel 1998 e nel 2002, ma sempre nel limite della Top 20,
Qualcuno ha cercato di annettersi il risultato come una vittoria politica, ma se è vero che il terzo posto del 2004 è all’apice dell’era di centrodestra del sindaco Lucherini, è anche vero che il 25° del 2002 arriva con la stessa amministrazione. Così come nella precedente era di centrosinistra ci sono picchi e scivoloni, sia pure contenuti.
E poi, si è già detto, lo studio è provinciale, nel quadro di un territorio che all’epoca era in gran parte rosso. La politica, insomma, sembra entrarci poco, se non per la sua difficoltà a guidare la fase successiva, dal 2005 in avanti, quando l’economia dà palesi segnali di rallentamento: il mercato interno si blocca progressivamente, regge soltanto l’export, che ancor oggi vede i Botoli Ringhiosi al secondo posto in Italia, per dire della capacità di una classe imprenditoriale di raschiare il fondo del barile per sopravvivere.
Gli effetti si riflettono sui numeri del Sole: nel 2005 c’è un ruzzolone alla piazza numero 37, nel 2006 si scende addirittura al posto 45, che diventa il 62° nel 2009, era Fanfani. Quello resterà in assoluto il risultato peggiore mai ottenuto da Arezzo. Segue la risalita fino al diciannovesimo piazzamento del 2012 (l’unico del secondo quindicennio dentro la Top 20, sempre età del Nipotissimo).
Ancora uno scivolone l’anno successivo in trentasettesima posizione, un picco nel 2017 alla ventunesima, una nuova battuta d’arresto nel 2018 al trentacinquesimo posto.
Quest’anno è andata anche peggio, perchè quella piazza 45 è la terza peggiore degli aretini in trent’anni di classifica. Pesano i dati congiunturali, pesa il peggioramento dei numeri su giustizia e sicurezza che erano stati un punto forte del podio 2003. I furti non vanno malaccio, ma la droga resta un allarme. Continua l’inverno del nostro scontento.