Pupo: "Il Country, la mia grande scommessa"

Il cantante guarda al 2023 con una lunga tournée che lo porterà anche in Australia e in Russia. "Il mio hotel farà rinascere Ponticino"

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di Federico D’Ascoli

Le grandi puntate al casinò di Sanremo (e di mezzo mondo) sono un ricordo lontano. Roba di un’altra vita, Pupo se lo è promesso. Il suo presente aretino è fatto partite a briscola con gli amici al Dopolavoro ferroviario di Ponticino. Un euro a partita basta e avanza come azzardo.

"Qui mi chiamano tutti per nome, nessuno mi chiede un autografo o un selfie. Giro l’Italia e il mondo da quasi mezzo secolo ma non mi sono mai voluto spostare dal mio paese. Come finisce a briscola? Lo ammetto: spesso perdo".

Enzo Ghinazzi è uno degli aretini dell’anno de La Nazione perché con la sua musica porta da decenni un po’ di questa terra in giro per il mondo. Riempie ancora oggi teatri e palazzetti dello sport in Austria, Svizzera, Belgio, Australia e anche la Russia in guerra. "Ci sono stato di recente e ci tornerò anche con il tour 2023 – spiega il cantante – mi piacerebbe molto cantare anche in Ucraina. Non è una questione politica. Molti commentano senza conoscere i fatti: io non lo faccio. Comunque la musica porta sempre un messaggio di pace".

Da metà aprile partirà per una serie di concerti che oltre all’estero, toccherà anche molte città italiane. Eppure le radici non si dimenticano: l’ultima volta in città si è esibito alla festa degli auguri di Natale in prefettura con i suoi grandi classici. "Ho fatto cantare a tutte le autorità presenti l’inno dell’Arezzo – se la ride Pupo – mi auguro che torni l’entusiasmo che avevamo quando io scrissi l’inno e quando c’era Narciso Terziani presidente. Seguo sempre gli amaranto e vorrei vederli tornare tra i professionisti nell’anno del centenario".

La vera scommessa da vincere, dopo averla persa con le fiches sul tavolo verde, è il recupero del suo Country Hotel. Le difficoltà delle imprese edili non aiutano ma il sogno di Pupo è quello di portare nell’ex albergo un centro di incontri culturali: "Le camere non ci sono già più: nasceranno grandi saloni dove vedere una mostra, ascoltare un dibattito o, soprattutto, ascoltare buona musica".