"Punto sull’energia pulita Ora rischio di rimetterci"

Il caso dell’imprenditore agricolo Sorini che produce elettricità per l’Enel e potrebbe subire una tassa sugli extra redditi. L’allarme di Cia: "Una beffa"

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AREZZO

"Sono molto preoccupato e mi sento preso in giro: ho investito nel green ma adesso rischio di pagare un contro troppo salato". Roberto Sorini porta avanti l’azienda agricola di famiglia nelle campagne di Cortona: 15 ettari di terreni coltivati a fieno, grano, girasoli e altri 20 in affitto. Ha deciso di investire oltre duecentomila euro in un impianto fotovoltaico istallato sul tetto del capannone dove custodisce il fieno. "Produciamo energia che vendiamo direttamente a Enel. Si tratta di un impianto da 49 kilowatt che produce 52mila kilowatt all’anno di energia. Il ricavato della cessione ad Enel noi lo reinvestiamo nell’azienda, nell’innovazione dei macchinari e per abbattere i costi che con i rincari pesano sulla nostra attività. Inoltre parte dei ricavi vanno a coprire il muto acceso per realizzare l’impianto fotovoltaico", spiega Roberto. Il paradosso sta nella conversione in legge del decreto che incentiva gli investimenti nel green. "Il governo ha deciso di tassare i guadagni extra delle aziende agricole, che in passato hanno investito nelle fonti rinnovabili, dando un efficace contributo alla svolta green del Paese e alla produzione di elettricità “made in”. Cambiare in corsa le regole non è corretto e diventa un pericoloso boomerang", è l’allarme lanciato da Serena Stefani presidente dell’associazione degli agricoltori (Cia Arezzo). C’è un altro paradosso perchè la "scure" della legge potrebbe abbattersi su una provincia come quella aretina che nel 2021 era tra le prime cinquantacinque a livello nazionale per produzione di energia solare e dove si producono 190,087 Gigawattora, pari al 20,7% del totale regionale.

E’ in questo contesto che Stefani richiama un aspetto: "Tra le aziende colpite ci sono tante piccole imprese che non fanno dell’energia rinnovabile il loro core business ma uno strumento per integrare il reddito e assorbire costi di produzione sempre più alti. Le novità introdotte dalla legge non solo allontanano l’obiettivo del raggiungimento dell’autonomia energetica del mondo rurale ma soprattutto causano ripercussioni pesanti e irreversibili sugli agricoltori, che hanno sostenuto sforzi economici importanti per investire nelle fonti rinnovabili". Per questo l’associazione di categoria chiede ai parlamentari aretini di battere un colpo.

"A loro chiediamo un supporto per trovare una soluzione adeguata a un problema che, nella nostra provincia rischia di diventare l’ennesimo capestro per molte piccole imprese ormai a rischio chiusura" spiega il direttore Massimiliano Dindalini che rivolgerà la sollecitazione anche a Stefania Saccardi, vicepresidente della Regione e assessore all’agricoltura.

Lucia Bigozzi