AREZZO
Mette nel target il "silenzio". A destra e a sinistra. A una settimana dal voto per il rinnovo del consiglio provinciale, Mario Agnelli (nella foto in alto) spara a palle incatenate sull’inquilino di Palazzo dei Grandi e pure sugli eletti dei due schieramenti. Motivo? Il bilancio di previsione 2025-2027, all’esame dell’aula a un passo dal voto, domenica. L’assemblea è convocata per venerdì con le liste e i candidati già a un passo dalla cabina elettorale. In questo caso, trattandosi di un’elezione di secondo grado, i voti per il rinnovo del Consiglio sono quelli di sindaci e consiglieri comunali. Ma sono voti che pesano nel nuovo assetto del "parlamentino" che dovrà accompagnare il presidente Alessandro Polcri (nella foto) alle dimissioni, già alla fine dell’anno con l’elezione del successore alla guida della Provincia in primavera. Almeno secondo la road map fissata nel vertice di maggioranza convocato dal sindaco Alessandro Ghinelli e condiviso con lo stesso Polcri, nell’alveo di un percorso comune per individuare il candidato presidente. Percorso e prospettiva respinta senza se e ma dal sindaco di Castiglion Fiorentino che insieme ai colleghi di Cortona, Luciano Meoni e di Montevarchi, Silvia Chiassai, rappresentano l’ala dura dello schieramento, i "falchi" che a Polcri chiedono solo un passo indietro per poi aprire un nuovo corso nel governo dell’ente.
Agnelli rimarca "il silenzio del centrodestra ma pure del centrosinistra che ha contribuito all’elezione del sindaco di Anghiari, di fronte a quello che considero un vero e proprio affronto: la convocazione del consiglio provinciale, a solo due giorni dalle elezioni per il rinnovo del parlamentino". Per il sindaco leghista tuona: "Nel prossimo ’Consiglio salva-poltrona del presidente’ del 27 settembre si punta con un blitz all’approvazione del bilancio di previsione 2025-27 con i consiglieri uscenti che nessuno sa se domenica verranno rieletti oppure no. Ormai stiamo assistendo a una saga di cui non si vede la fine". E se venerdì il bilancio non dovesse passare l’esame dell’aula, Agnelli ha pronta la richiesta "del commissariamento dell’ente, con un presidente senza maggioranza. Dovrebbe essere così se solo ci fosse un briciolo di dignità".
Posizione netta che apre una serie di interrogativi e il primo della lista è: come voterà Agnelli domenica? E cosa faranno i consiglieri della sua maggioranza? Lui per ora non si sbilancia ma dietro la frase sibillina, costruisce la barricata: "Farò le mie valutazioni sulla lista e i candidati del centrodestra senza alcuna suspense e senza dare nulla per scontato". La settimana elettorale si apre già coi fuochi d’artificio.