
Dopo la sentenza da 3,7 milioni pronunciata dal tribunale civile di Arezzo arriva la cartella dell’Agenzia delle Entrate per la registrazione degli atti.
Una cartella esattoriale da 113mila euro da dividere fra i 17 discendenti delle vittime della stage nazista di Falzano. È la doccia fredda che arriva dopo appena dieci giorni dalla sentenza del tribunale civile di Arezzo pronuciata dalla giudice Cristina Colombo che ha riconosciuto un risarcimento da 3,7 milioni di euro complessivi ai familiari dei civili trucidati nel paese della montagna cortonese. Una strage feroce con la maggior parte dei morti per l’esplosione di un casolare cone le cariche posizionate dai militari della Wehrmacht guidati dal tenente Josef Scheungraber.
Le famiglie coinvolte sanno che per avere concretamente i ristori ci sarà da aspettare un bel po’ (forse almeno due anni nella migliore delle ipotesi), perché per avere gli indennizzi bisogna fare richiesta di accesso al Fondo di Ristoro e per fare richiesta di accesso a tale Fondo serve avere un titolo definitivo, e cioè in questo caso il passaggio in giudicato della sentenza, che con ogni probabilità non avverrà prima del prossimo mese di aprile.
Nel frattempo l’ingiunzione dell’Agenzia delle Entrate sull’imposta per la registrazione degli atti giudiziari ammonta a 113mila euro, quasi 7mila euro per ogni discendente delle vittime dell’eccidio. Ingiunzione che potrebbe anche trasformarsi in cartelle esattoriali e in pignoramenti dei beni prima che siano versate dallo Stato le somme dovute.
Non è il primo inciampo delle tante stragi naziste che hanno insanguinato la terra d’Arezzo. Prima l’Avvocatura di Stato che si è opposta ai risarcimenti per le stragi naziste previste in uno dei capitoli del Pnrr, poi il ministero delle Finanze che ha presentato l’eccezione di prescrizione civile per quelle sentenze già passate in giudicato più di dieci anni fa. Ora con le prime sentenze favorevoli arriva l’ostacolo delle imposte salatissime: "Difficile trovare aggettivi per questi comportamenti – afferma il senatore del Pd Dario Parrini che ha sollevato il caso insieme all’avvocato Gianluca Luogo che difende gli eredi – anche se fosse una svista, sarebbe uno schiaffo alla memoria delle persone uccise quasi 81 anni fa e ai loro discendenti oggi".
Parrini presenterà un’interrogazione sul tema in Senato.
f.d’a.