
di Silvia Bardi
Il film "Pratomagno" girato tra i boschi, tra i borghi, tra la gente, tra i panorami della montagna aretina dopo essere stato presentato a a Milano al festival del documentario "Visioni dal mondo", al Perugia social film festival" dove ha vinto il premio "Jail short" conferito da una giuria di detenuti e aver vinto il premio Rai al Trento film festival, è arrivato all’Iff, l’Integrazione film festival di Bergamo e venerdì 23 ottobre sarà visibile gratuitamente dalle 20,45 sul canale you tube del festival. Un film che si intitola come la montagna che divide il Valdarno dal Casentino, dove ancora si vive di pastorizia e dove il tempo sembra scorrere più lento. Prodotto da Macma e girato dai registi Gianfranco Bonadies e Paolo Martino ha come protagonisti Sulayman Banora, un giovane pastore gambiano e Alberto Pasolini, un bambino, che lassù si incontrano e stringono una amicizia vera, in simbiosi con la natura e con le capre che portano al pascolo. Tutto vero, perché quelle bestiole vengono allevate e portate libere sul monte dall’azienda agricola "Capre Diem" a Loro Ciuffenna, dove nel film Sulayman fa il pastore. Azienda che ha ridato vita a una attività qui estinta dopo che dagli anni sessanta la montagna si è andata via via spopolando. Vita vera e finzione si sono mescolati nelle scene e nella realtà degli stessi attori, che hanno fatti veramente i pastori.
Le immagini del film si mescolano tra ricordi del passato e presente con scene girate dal vivo e animazioni in un inno alla vita autentica, alla natura, al passato di questa montagna, a persone che quassù non badano alle provenienze e al colore della pelle, che la sera condividono la stessa tavola e lo stesso pasto, un ritorno alla lentezza, ai ritmi della natura, a borghi come l’Anciolina. Lontani dalla frenesia della valle, l’adulto e il bambino vivono in simbiosi con la terra e con gli animali, finché si divideranno. Dopo molti anni, Alberto, diventato vecchio, torna in Pratomagno. Non è rimasto nessuno, solo i suoi ricordi, ma il ritorno è un viaggio attraverso il mondo che aveva visto da bambino e quello che ne resta.