GAIA PAPI
Cronaca

"Positivo da tre mesi, ignorato dal Comune"

Lo sfogo di una famiglia, isolata a Lignano da luglio. "Mio marito inchiodato ai test sempre uguali: mai una chiamata o un aiuto per la spesa".

di Gaia Papi

Da quasi quattro mesi positivo al Covid 19, "e letteralmente abbandonato dal Comune" lamenta. E’ la storia del signor Vittorio Gnaldi di cui già a luglio parlammo per l’anomalia del suo caso. Da sette mesi è isolato dal mondo. Un isolamento lunghissimo perché prima che risultasse positivo al virus era stato ricoverato in ospedale per due mesi, poi chiuso in casa a Terranuova, poi trasferito in un albergo sanitario a Siena e finalmente nella sua casa a Lignano.

Un vero e proprio incubo che si è abbattuto su di lui ma anche sulla sua famiglia, la moglie settantenne, la suocera di 93 anni e la signora che li aiuta nelle pulizie in casa. Tutte persone con cui era stato a stretto contatto senza infettarle, lui stesso non ha mai avuto sintomi riconducibili al Covid 19, ma i tamponi parlano chiaro, dal 4 maggio sono sempre tutti positivi. A rompere l’isolamento è la moglie Maria Paci, mentre il marito è ricoverato al San Donato per una brutta sciatalgia. Maria non vuole raccontare l’anomalia del caso, ma raccontare la sua amarezza per il comportamento del Comune. "Un Comune che ha abbandonato mio marito".

Il 23 gennaio Vittorio deve ricoverarsi a Siena per una ricaduta di una patologia rara di cui soffre da anni. Dimesso va a casa della moglie a Terranuova, la bufera Covid è in piena tormenta, ma lui deve fare controlli a Le Scotte, il tampone è d’obbligo e risulta positivo. E’ il 7 maggio e scatta l’isolamento anche se la forza del virus risulta bassa probabilmente grazie alle cure in corso a base di cortisone.

"Da quel momento è iniziata la sua odissea" spiega Maria. Si fa mandare in un albergo sanitario a Siena, poi chiede se è possibile essere trasferito nella sua casa a Lignano, in mezzo ai boschi. La Asl dice sì. "Da quel giorno, era il 13 luglio, è stato abbandonato a se stesso. Grazie a Dio ci siamo io e la sua famiglia, per il Comune è come se non esistesse" continua. "Per tutti questi giorni mai una telefonata per sapere se avesse bisogno di un aiuto per la spesa, per la spazzatura o anche solo per informarsi sulle sue condizioni. Un trattamento che avrei potuto anche considerare normale per un’amministrazione se non ci fosse stato il confronto con Terranuova. Un confronto dal quale Arezzo esce malissimo. Il sindaco Chienni e l’assessore Sara Grifoni sono sempre stati molto presenti. L’assessore ci ha mandato un messaggio anche a Ferragosto per sapere le condizioni di Vittorio".

Un piccolo gesto apprezzato perché va oltre la figura istituzionale e mette in campo umanità e sensibilità . "Vittorio a luglio ha scritto una mail al sindaco Ghinelli in cui spiegava la sua situazione, non ha mai ricevuto uno straccio di risposta" continua Maria. Insieme alla stanchezza del lungo isolamento e ai dolori derivanti dalla sua patologia, cominciano ad entrare in gioco amarezza e rabbia. "Nessuna attenzione, nessuna telefonata, però due volte la polizia municipale è andata a Lignano a controllare che Vittorio fosse effettivamente a casa.

L’ultima volta, due giorni fa, non l’hanno trovato perché era stato ricoverato in ospedale e gli agenti si sono limitati a chiedere informazioni ai vicini" continua sindignata Maria. Vittorio sta passando dei giorni difficili, come è immaginabile. La speranza è che i prossimi tamponi risultino finalmente negativi e che, insieme alla stanchezza dell’isolamento, qualcuno si faccia vivo per addolcire anche la sua amarezza.