Portati in questura nella notte dopo la tragedia L’unico parente supportato dai servizi sociali

Portati in questura nella notte dopo la tragedia  L’unico parente supportato dai servizi sociali
Portati in questura nella notte dopo la tragedia L’unico parente supportato dai servizi sociali

Erano stati allontanati per primi nella notte della tragedia. Mentre la polizia si affacciava sul sangue e sulla morte di quell’appartamento al terzo piano di via Varchi, il primo pensiero era stato per loro. Quel ragazzo di 16 anni, uno dei fiori all’occhiello del Professioname Margaritone, e quella bambina di due, che frequentava uno dei nidi a ridosso del centro. Giustamente. Perché dopo il controllo delle condizioni delle donne colpite, una già morta e l’altra ferita in modo irreparabile, c’erano loro.

Portati in questura, per stare intanto lontani dalla scena del delitto. Per non continuare a vedere quello che i bambini, ma anche i ragazzi, hanno tutto il diritto di non vedere. Per cominciare a proteggerli.

In quella notte è partita la telefonata al nonno: ha circa 80 anni. E ha scoperto in pochi secondi di aver perso la moglie e la figlia, sotto i colpi di chi per primo faticava a frequentare. E ha scoperto anche di essere rimasto l’unico punto di riferimento per quei ragazzi, i suoi nipoti. E malgrado l’età non si è tirato indietro. Li ha accolti in casa sua, è pronto a fare tutto per aiutarli. Certo ha bisogno di aiuto, l’aiuto concreto dei servizi sociali e di chi lo possa affiancare. L’obiettivo è che i due ragazzi continuino a stare insieme.

Uno è vicino alla maggiore età e in prospettiva sarà il primo baluardo per la sorellina. In un futuro che fa male ma che parte da qui.