
di Claudio Roselli
Fatta un’altra rotatoria, adesso ne sono allo studio una terza e addirittura una quarta. Dopo quella a nord del centro urbano , è già in funzione da giorni la nuova rotatoria a ridosso del confine con l’Umbria, realizzata all’altezza dell’oramai vecchio incrocio fra via Tiberina Sud e le traverse di via Gandhi e via Ginna Marcelli, più corta come diametro (32 metri) e completata con anche l’impianto di illuminazione. Per le 12 di domani, l’amministrazione comunale ha dato appuntamento sul posto con l’assessore ai lavori pubblici e vicesindaco, Riccardo Marzi e con il tecnico Pietro Santi, ma nel frattempo si va oltre: "Le due rotatorie realizzate di recente fanno parte di un progetto più ampio di valorizzazione e messa in sicurezza dei principali ingressi a – ha detto Marzi – per cui adesso ci stiamo concentrando insieme agli investitori privati sugli interventi in via Senese Aretina, allo svincolo con lo stabilimento ex Buitoni, che vedranno la riqualificazione totale della viabilità con la realizzazione di un’altra rotatoria di fronte al supermercato Gala, poi sarà la volta dell’intersezione a Porta del Castello dove, sempre attraverso una rotatoria, cercheremo di risolvere le grosse criticità di quello snodo viario; infine abbiamo in cantiere di sistemare l’incrocio delle Forche con via Carlo Vigo e via La Fiora. Un programma molto concreto di opere viarie che metteranno in sicurezza incroci pericolosi e daranno il giusto decoro agli ingressi della città".
In effetti, la situazione di Porta del Castello è quella più delicata, trattandosi di uno snodo nel quale confluiscono cinque direttrici e di una zona che sopra la vecchia statale 3 bis è un tantino rialzata come piano, quindi occorrerà più che mai una soluzione adeguata. Anche l’incrocio delle Forche vive da lungo tempo in un regime non definitivo; dalle strade laterali a via Senese Aretina si entra soltanto a destra, per cui chi vuole imboccare la direzione opposta deve arrivare alle due vicine rotatorie della E45 e della chiesa di San Giuseppe e poi compiere regolarmente l’inversione. Diverso ancora è il discorso relativo alla zona industriale, dove la pericolosità è ancora maggiore, come testimoniano i vari incidenti (magari non gravi, per fortuna) che si sono verificati a più riprese.