La rosa dei nomi per il dopo-Polcri, resta nel cassetto. E nel cielo del centrodestra avanzano nuvoloni che minacciano tempesta. Perchè quando il sindaco Ghinelli, regista della lunga mediazione, ha aperto il confronto che avrebbe dovuto portare a una rosa ristretta di candidati, dall’altra parte si è sentito rispondere che no, di dimissioni non si parla. Polcri alza l’ultima barricata contro il fuoco di fila dei falchi sul suo operato al timone della Provincia e sul pressing alle dimissioni. Spinge il j’accuse sul non voto per il rinnovo del consiglio provinciale, deciso da alcuni sindaci (Agnelli e Meoni in testa).
Davanti agli alleati avrebbe criticato la linea aventiniana che, a suo dire, avrebbe contribuito a mancare l’obiettivo del settimo consigliere per il centrodestra (critica rilanciata anche da FdI) e, di fatto, a confermare l’equilibrio di parità tra maggioranza e opposizione (sei consiglieri contro sei). Un equilibrio dentro il quale è lui l’ago della bilancia, il settimo uomo che tiene in piedi maggioranza e governo, è il ragionamento. Che suona così: finchè non si arriva a una pacificazione vera, io resto al mio posto. Ma questa posizione spiazza i pontieri che finora hanno ricucito gli strappi e agita chi, tra partiti e sindaci, ha condiviso una posizione moderata e dialogante. Risultato? Un paradosso: Polcri sale sull’Aventino insieme ai falchi e pure lui mostra gli artigli.
E il centrodestra? La mossa di Polcri incassa un certo malumore perchè quel percorso condiviso verso la staffetta, ora si è interotto. Il punto di caduta è uno solo per i partiti della coalizione: tenere salda l’unità. Per questo le deleghe restano nel cassetto di Polcri: la maggioranza non le accetterà. Un segnale politico forte, nel tentativo di sbrogliare la matassa. Così oggi in Consiglio provinciale, il centrodestra siederà nei banchi della maggioranza, ma il governo del presidente non potrà mollare gli ormeggi. Almeno non per il momento.
Lo dice chiaro Gianfranco Vecchi, lader provinciale della Lega (all’incontro ha partecipato il coordinatore comunale Rossi): "L’atteggiamento di Polcri rafforza la posizione di coerenza che la Lega tiene da due anni. Vedremo gli sviluppi ma lui ha parlato chiaro". Tuttavia punta la lente anche sulla maggioranza e lancia un avviso: "A questo punto il centrodestra dovrà capire da che parte vuole stare". Si apre un altro fronte? Nel gioco dei ri-posizionamenti ora tutto gira nel frullatore di un vertice convocato su un tema e chiuso con un colpo di scena. Che riapre il cantiere dei pontieri, ora chiamati a lavorare su due fronti: quello dei falchi e quello appena aperto dal presidente Polcri. Il tutto, dentro le pieghe di una coalizione che comincia a manifestare segnali di insofferenza verso una situazione in stallo. Oggi il consiglio provinciale è chiamato a ratificare gli eletti, poi seguiranno le comunicazioni del presidente. Che eviterà di distribuire deleghe ai sei consiglieri del centrodestra per non sentirsi rispondere: no.