Piazzi: "Nessuno doveva lucrare su Estra"

La testimonianza del numero 1 della partecipata del gas: "Olivetti Rason prese una cifra più alta degli altri ma non dipendeva da noi"

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AREZZO

La quotazione di Estra in Borsa, poi congelata, era "un’operazione molto complicata" ma "nessuno doveva lucrarci".

Quello di ieri, al processo Coingas, era il giorno di Alessandro Piazzi (nella foto), presidente e ad della partecipata del gas. Su quel "nessuno doveva lucrarci" frase che Piazzi, intercettato, ha detto al telefono con un interlocutore rimasto finora anonimo si sono concentrate le domande degli avvocati di parte civile, in particolare di Raffaello Giorgetti, e del presidente del collegio giudicante Filippo Ruggiero. Piazzi, incalzato dalle domande, ha parlato di "una frase generica che chiunque avrebbe detto" confermando che si riferiva all’ammontare delle consulenze che i tre soci di Estra (Coingas, la pratese Consiag e la senese Intesa) avevano richiesto per valutare la possibilità di quotare Estra a Piazza Affari.

Dal dibattimento è emersa la distanza tra le cifre pagate da Consiag e Intesa ai professionisti, "circa 15 mila euro, se ben ricordo" ha detto Piazzi, con l’incarico affidato all’avvocato fiorentino Pier Ettore Olivetti Rason di molto superiore.

"Ma erano scelte che facevano in autonomia le società che costituiscono Estra e che non passavano né da me, né del consiglio di amministrazione di Estra stessa che si era affidata, per l’operazione, a istituti bancari" ha spiegato Piazzi.

Tra i testi della mattinata alla Vela c’erano anche l’ex consigliera comunale di Ora Ghinelli Donata Pasquini e il presidente di Aisa Impianti Giacomo Cherici. Pasquini ha rievocato una riunione informale della lista civica del sindaco nell’estate del 2016 in cui ha espresso le sue perplessità sulla possibilità che Francesco Macrì potesse assumere la presidenza di Estra in base alla legge Severino: "Sono un avvocato ma non svolgo attività di amministrativista. Di fronte ai miei dubbi mi informarono, in quella sede, del parere di un illustre studio legale di Torino che attribuiva a Macrì la possibilità di essere nominato".

Sul banco dei testi anche Giacomo Cherici, presidente di Aisa Impianti. Il suo esame si è incentrato sul progetto di fusione tra Coingas, Aisa Impianti e Gestione Ambientale, mai andato in porto. "Per quanto riguardava Gestione ambientale la nostra valutazione era intorno ai 400mila euro". E poi il dettaglio sulla presenza di Olivetti Rason agli incontri: "Ricordo di averlo incontrato una o due volte" ha detto Cherici.

Si riprende il 13 settembre con l’esame degli imputati: saranno ascoltati Alberto Merelli, Franco Scortecci e Mara Cacioli.

Federico D’Ascoli