Arezzo, 17 agosto 2024 – È bella così. Senza trucco, senza fard, senza chirurgia estetica. E sicuramente senza "buttadentro" che ti spingano nei locali e senza decine di cartelli e cartelloni che orientino i turisti. Piazza Grande vista dagli occhi di un innamorato: Beppe Angiolini, stilista di livello nazionale ma che il sindaco Alessandro Ghinelli ha voluto fortemente art director della città. E del centro in prima battuta. "Arezzo è talmente bella che non ha bisogno di essere caricata di cose, è una città vera e come tale basta e avanza". Trascina lo stile delle sue vetrine tra il mattonato rosso e la nuova scalinata di Piazza Grande. Ed è qui che ha incontrato i ristoratori, per ridare smalto al centro ideale. "Già avevamo fermato insieme l’invasione dei cuscini, dei divani al centro del mattonato: ora sempre insieme i nuovi ritocchi". Nuovi anzi antichi, proprio come la piazza. Perché in teoria ogni locale di cartelli dovrebbe averne uno e i "buttadentro" sono arrivati in un secondo momento. Se ne trovano, sia chiaro, anche a Venezia o Roma.
Ma se il decoro deve andare a capotavola, con la piazza c’entrano poco. "Abbiamo frenato questo fenomeno, dà un’immagine sbagliata della città: qualcuno è rimasto, compresi troppi cartelli. Piano piano ce la faremo". Angiolini non ama i diktat ma ama ancora meno che la piazza più bella si mostri trasandata. E non solo quella. Si sta occupando anche di San Francesco, l’altro gioiello di famiglia. "Come si può accanto alla chiesa con gli affreschi di Piero mettere cuscini e musica a tutto volume? Non c’è bisogno di locali dove tutto è forzato, Arezzo non ne ha bisogno e non lo vogliono i turisti". Parole d’ordine: semplicità e decoro. Su un fronte che ha già le sue regole, fissate a suo tempo nel nome del bello. "Un regolamento c’è e va rispettato, i vigili faranno come sempre la loro parte: l’obiettivo è comune". E l’obiettivo è mettere il gusto al centro del villaggio. "Più metti cartelloni, scritte e menu, più la snaturiamo".
Nei ristoratori ha trovato compagni di viaggio attenti. In un’estate dove le presenze turistiche non sono quelle di un anno fa, almeno nella componente più importante, il mordi e fuggi, la tentazione di alzare i toni è naturale, ma alla fine l’interesse di tutti è tutelare il centro. E i risultati non mancano. Sotto le Logge ha chiuso Ortensia, il locale che con garbo e delicatezza si era unito agli altri: lo aveva annunciato la titolare, per motivi personali. Quel vuoto sarà presto riempito: un nuovo bistrot di qualità aprirà negli stessi spazi, mantenendo alta l’offerta. Anche senza "buttadentro" che negli ultimi anni si erano moltiplicati. Un trend ora ridimensionato. In attesa di andare oltre. "L’ideale – insiste Angiolini – dovrebbe essere un’immagine armonica, di colori e di stili".
Un passo alla volta, nello stile del suo ruolo e dei professionisti della piazza. "Un anno difficile per il turismo, lontano dai picchi di un anno fa: c’è un rallentamento per tutti". Angiolini plaude alle iniziative di Patrizio Bertelli, compresa l’ultima, l’idea di un albergo super lusso in via Albergotti. "Qualche anno fa David e Vittoria Beckam erano pronti a portare un grande evento in centro: si sono fermati per la mancanza di strutture di un certo livello". Celebrare Vasari non sul filo degli anni ma su quello dell’eleganza. "Lo spirito del Vasari e le sue architetture raccontano un mondo dove regnano equilibrio, pace e bellezza, gli affreschi di Piero, la Pieve, Piazza Grande, la Fortezza, l’Anfiteatro, il Crocefisso di Cimabue in San Domenico. Il miglior modo di far innamorare un turista della città è sorprenderlo con eleganza, semplicità, non con lucine da luna park, falsi addobbi, musica fuori luogo". Un centro calamita, con i "buttadentro" sconsolati e disoccupati: perché tutti sono già entrati da soli.