AREZZO
Cronaca

Pecorelli, via libera all’estradizione. Parte il ricorso per evitare l’Albania

La Corte d’Appello ha accolto la richiesta dei giudici di Scutari per scontare la pena di primo grado. L’imprenditore ed ex fischietto: "Sono preoccupato, ho quattro figli. Ora spero nella Cassazione".

di Claudio Roselli

Si aggrava la posizione di Davide Pecorelli, il 48enne imprenditore umbro di Selci Lama titolare di un’attività economica anche a Sansepolcro – che è stato a suo tempo arbitro della sezione Aia , arrivando fino alla serie C – e che in aprile è stato condannato in primo grado a quattro anni di reclusione per la misteriosa vicenda della morte inscenata in Albania a inizio 2021, fugata poi dalla sua ricomparsa dopo mesi nelle acque del Tirreno alla ricerca di un tesoro sull’isola di Montecristo. Proprio ieri, infatti, la Corte d’Appello di Perugia ha dato l’ok all’estradizione richiesta dall’Albania, in esecuzione del mandato di arresto internazionale emesso il 2 ottobre 2022 dal Tribunale di Puke. I reati a lui ascritti, tutti in concorso, sono quelli di profanazione di tombe, intralcio alla giustizia, distruzione della proprietà (l’auto) tramite incendio e attraversamento illecito della frontiera; reati per i quali è stato giudicato con rito abbreviato dal Tribunale di Scutari.

All’udienza di ieri, il collegio difensivo ha rappresentato alla Corte d’Appello che i motivi di impugnazione contro la sentenza del Tribunale di Scutari prospettano una definizione del procedimento penale con eventuali pene alternative alla detenzione, che incidono nella richiesta di estradizione, sottolineando - peraltro - che per il reato di truffa aggravata, a lui ascritto, sussistono fondate perplessità sia in ordine alla corretta qualificazione del fatto, che in relazione a una "irragionevole sproporzione del trattamento sanzionatorio rispetto alla pena prevista dal codice penale italiano".

A questo punto Pecorelli, assistito dagli avvocati Andrea Castori e Massimo Brazzi, dovrà presentare ricorso in Cassazione per evitare il trasferimento con arresto in Albania e attendere così oltre Adriatico l’esito della sentenza di secondo grado. Ha già preannunciato che lo inoltrerà, precisando come l’estradizione inciderebbe anche sulla sfera familiare, essendo padre di quattro figli.

Inutile stare a sottolineare lo stato d’animo che assale il diretto interessato: "Sono preoccupato – dice Pecorelli – perché la Cassazione si regola normalmente sulle implicazioni di legittimità e non nel merito. La paura mia è quindi quella che venga confermata l’indicazione data dalla Corte d’Appello e che quindi debba tornare in Albania. Sono in contatto con l’ambasciata albanese e lavoro perché si arrivi a una valutazione oggettiva della mia posizione, tanto più che per altri connazionali l’estradizione non è stata concessa, pur avendo commesso a mio avviso reati peggiori".