Patto di ferro su tre regioni nel nome del tartufo

I sindaci hanno creato un itinerario per valorizzare zone di grande valore gastronomico ma anche naturalistico. I particolari del progetto

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di Claudio Roselli

Un patto fra 12 Comuni montani di tre diverse regioni in nome del… tartufo, creando un preciso itinerario con lo scopo di valorizzare zone aventi un eccezionale valore naturalistico che però, senza un intervento articolato, rischiano lo spopolamento. Proprio così. Nei giorni scorsi, la sala consiliare del Comune di Pieve Santo Stefano è stata il luogo nel quale i sindaci hanno approvato la convenzione, mediante la quale presenteranno insieme la richiesta di contributo per la rigenerazione urbana con l’obiettivo di ridurre i fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale. Il capofila del progetto, con l’onere di presentare la richiesta e di ricevere il contributo, è il Comune di Pieve Santo Stefano: "Siamo noi per motivi meramente organizzativi – ha detto il sindaco pievano Claudio Marcelli – anche se debbo riconoscere che l’idea è partita dal mio collega Franco Dori di Sestino. Per partecipare al bando occorreva la presenza di Comuni con meno di 15mila abitanti ciascuno, ma che raggiungessero insieme questo totale". Fin da subito, sia con l’amministrazione comunale che con l’ufficio tecnico, Pieve si è dimostrata disponibile a fare sintesi e ad assumersi la responsabilità e l’impegno di raccogliere le varie istanze ed esigenze dei Comuni per costruire un progetto omogeneo ed integrato che ha nel tartufo (patrimonio culturale immateriale dell’Unesco) l’elemento unificante.

L’obiettivo del progetto è quello di creare un sistema pratico e veloce, basato su moderni mezzi di informazione, con il quale, tramite la rigenerazione di piazze, viali, parchi. Sarà possibile dare vita a dei Cammini del Tartufo che collegheranno i 12 Comuni in un percorso continuo, costruendo le basi per un turismo culturale che si muova dall’ambiente alla gastronomia e che permetta allo stesso tempo di migliorare la qualità del decoro urbano e del tessuto sociale ed ambientale. Oltre a Pieve Santo Stefano, per la Valtiberina Toscana ci sono anche Caprese Michelangelo, Badia Tedalda e Sestino, ai quali si aggiungono i Comuni di Casteldelci, Pennabilli, Sant’Agata Feltria e Montecopiolo (Rimini) e di Pietrarubbia, Carpegna, Belforte all’Isauro e Frontino (Pesaro e Urbino).

Tutti insieme per condividere un obiettivo in perfetta armonia collaborativa. "Si spera ora e si fa affidamento sul Ministero – conclude Marcelli – perchè voglia premiare il grande sforzo fatto e tenere in considerazione le necessità di questi 12 piccoli Comuni. Quindi, premiare, valorizzare l’impegno e le idee messe in campo per rilanciare zone montane, considerate marginali, ma che insieme hanno un forte valore ambientale e di tutela del territorio".