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Cronaca

Pasqua, mezzo giro di vite ’Tutti chiusi’ poi dietrofront "Frigo pieno, che faccio?"

Stop a tabaccai, alimentari, fiorai e ai supermercati che avrebbero aperto lunedì. Rosticcerie salve. Parlano i macellai della domenica: "Pagine e pagine di ordini"

Francesco Tantari

di Alberto Pierini

EZZO

Assaggiano forse per la prima volta il morso delle chiusure. Perfino nei momenti più critici i tabaccai e i fiorai erano rimasti quasi sempre aperti, anche se spesso affacciandosi sul deserto. Domani e a Pasquetta non sarà così: sono tra le poche categorie davvero colpite, alla fine, dall’ordinanza di ieri a mezzogiorno, quella che per un’ora ha gettato nel caos il mondo del commercio. Un giro di vite deciso dalla Regione e che andava a rafforzare le chiusure dei giorni di festa. "Una follia" è la prima reazione del direttore dell’Associazione Commercianti Franco Marinoni. Con il dito puntato soprattutto sulla tempistica. E che pareva tirare dentro categorie nevralgiche a Pasqua, come le rosticcerie. Poi nel primo pomeriggio il chiarimento: tutti i negozi chiusi ma non quelli legati ad attività artigianali. Quindi gelaterie, pasta fresca, pasticcerie e per l’appunto le rosticcerie.

Oltre a bar e ristoranti, che comunque avrebbero conservato l’asporto, rientrando tra i pubblici esercizi. "Sapete che faccio? Io apro lo stesso" era stata la reazione del titolare di una famosa rosticceria aretina, prima che la nuvola nera si allontanasse dal suo negozio. Ma una morsa nella quale non restano solo i tabaccai, che comunque almeno a Pasqua chiudono sempre e a Pasquetta quasi, e i fiorai, che invece sulla mattina della festa puntano molto, essendo una delle ultime spiagge per regali. Si vedono rovesciare gli orari anche i supermercati.

Domani avrebbero messo i carrelli in stand-by ma lunedì no: anzi, la grande distribuzione era pronta ad un’apertura quasi all’unanimità, con la sola eccezione del mondo Coop, secondo una linea che si trascina da anni. Tutti chiusi gli alimentari. E perfino qui trovi chi aveva organizzato tutto al contrario. "Ho due pagine piene di ordinativi per domenica: e ora che faccio?" Da Tregozzano Vincenzo Gallorini è frastornato. "Non contesto la misura ma è possibile saperlo il giorno prima? Ho il frigo pieno, i rifornimenti comprati, fai perfino fatica ad avvertire tutti i clienti". Gli resta la possibilità delle consegne a domicilio. "E probabilmente farò così: una spesa e molti dei miei clienti sono ad Arezzo".

Una situazione che convive tra gli altri con Alessio Guidelli, titolare della macelleria di San Giuliano. "E’ incredibile ritrovarsi in questa situazione poche ore prima delle consegne. E di alcuni non ho i numeri di telefono". Proverà a garantire tutto l’ordinato oggi, magari sperando che qualcuno si faccia vivo personalmente. Eccezioni, certo, la spesa la mattina di Pasqua non è una moda dilagante. Ma è lo stesso motivo per cui tanti si interrogano sul senso della sterzata.

"Diffondere senza alcun preavviso una delibera del genere, che a poco più di 24 ore dalla Pasqua decide la chiusura totale delle aziende commerciali, denota una mancanza assoluta di rispetto nei confronti di imprese e clienti" riparte Marinoni. "Attività che erano sotto pressione per le vendite alle famiglie, apprendono ora che non potranno lavorare né a Pasqua né a Pasquetta. E cosa faranno con le scorte di prodotti preparati per chi non aveva prenotato nulla? Per la Regione, che si arrangino pure. Una cosa inaudita". Intanto il tam tam corre dappertutto, per capire chi debba chiudere e chi no. E si incrocia con gli auguri di Pasqua, buona o almeno decente.