
Il Consiglio di Stato ha. respinto il progetto di realizzazione di un nuovo impianto sul monte Amiata, accogliendo così il ricorso di «Italia Nostra»
Sulla questione dell’eolico nell’Appennino tosco-romagnolo, è proprio il caso dire che il vento potrebbe cambiare. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il progetto di realizzazione di un nuovo impianto sul monte Amiata, accogliendo così il ricorso di "Italia Nostra" e riconoscendo le perplessità della Soprintendenza sull’impatto dal punto di vista paesaggistico. La notizia è stata accolta senza dubbio con entusiasmo dai comitati formatisi in Valmarecchia, perché lo stesso discorso può valere a questo punto anche per il parco di "Badia del Vento", tuttora al vaglio in conferenza dei servizi e sul quale si attende il pronunciamento della Regione Toscana.
Come noto, sul versante dell’Emilia Romagna – che subirebbe comunque l’impatto delle torri altre quasi 200 metri – la contrarietà è sempre stata netta e ora è chiaro che davanti a una eventuale autorizzazione vi sarebbe una base giurisprudenziale alquanto solida sulla quale appoggiarsi in fase di ricorso. Provincia di Rimini e Comune di Casteldelci si sentono ovviamente più forti in vista della battaglia legale che potrebbe scatenarsi.
Nel frattempo, la Coalizione Tess (Transizione Energetica Senza Speculazione) ha promosso una petizione urgente contro il disegno di legge della Toscana sulle energie rinnovabili, ritenendo che vi sia un inganno di fondo, perché siamo in un momento nel quale ancora non vi è una legislazione sulle aree idonee agli impianti di energia rinnovabile e tantissime sono le richieste di autorizzazione al ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica. La richiesta è precisa: proteggere il territorio "cartolina" d’Italia dai mega impianti e dalla colonizzazione industriale, per cui la Toscana è stata invitata a legiferare con prudenza e coscienza.
"Attualmente – si legge - in Toscana e in altre regioni prive di normative specifiche sulle aree idonee o non idonee agli impianti di energia da fonti rinnovabili, le società energetiche stanno presentando un numero esorbitante di domande grazie una sburocratizzazione che è avvenuta lo scorso ottobre. Questo fenomeno di assalto ai territori italiani è motivato principalmente dalla volontà degli speculatori di assicurarsi i terreni più vantaggiosi prima dell’entrata in vigore di eventuali leggi restrittive. La nuova legge regionale sulle aree idonee agli impianti di rinnovabili industriali deve essere applicata esclusivamente in zone adeguate, già industrializzate o soggette a degrado".
La raccolta di firme, appoggiata da oltre cento comitati e associazioni di Tess e dai sindaci toscani di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) e Upi (Unione Province d’Italia), fa appello ai consiglieri della giunta regionale toscana affinché legiferino in modo trasparente ed efficace.