
Pale eoliche, la prova del 9. Progetti e polemiche: ecco la mappa dei parchi
di Claudio Roselli
AREZZO
I progetti sono 9, per un totale di 52 pale eoliche alte 180 metri, tutte sulla dorsale appenninica e per larga parte in territorio toscano – con fulcro il Comune di Badia Tedalda -al confine con la Romagna, che subirebbe in modo particolare l’impatto ambientale nel vedere il paesaggio modificato da queste torri. Di impianti eolici in Valtiberina si parla da ormai 15 anni, nel corso dei quali vi sono state anche diverse bocciature.
Due i comitati che sono sorti e che perseguono la stessa finalità, ovvero impedire che questo avvenga: l’uno si chiama Appennino Sostenibile e l’altro Crinali Bene Comune. In realtà, però, soltanto tre di questi progetti hanno un iter avviato; gli altri si pongono di fatto in sovrapposizione, nel senso che insistono sullo stesso percorso e questo potrebbe creare contrasti fra le stesse ditte proponenti. Perché allora esistono i copia-incolla della situazione? La legge varata dall’ex premier Mario Draghi avrebbe tolto i pareri vincolanti della Soprintendenza e quindi dato via libera a chi vuole investire nell’eolico. In una recente intervista, il sindaco di Badia Tedalda, Alberto Santucci, era stato chiaro: "Abbiamo stipulato le convenzioni soltanto per due impianti; gli altri non li conosciamo, né vi sono state persone venute da noi a illustrarli. Le convenzioni prevedono misure compensative per la nostra amministrazione, pari al 3% del fatturato e – aveva aggiunto – non vogliamo pale eoliche a 360 gradi, nel senso che da qualsiasi parte uno si gira dovrà vedere torri all’orizzonte. Insomma, sugli otto-nove parchi eolici non siamo d’accordo".
Il primo progetto, quello più avanti con l’iter, è Badia del Vento e si sviluppa a ridosso della linea di confine con l’Emilia Romagna, con posizionamento di 7 aerogeneratori, che dovrebbero estendersi per una lunghezza di 2950 metri a una quota compresa fra i 1045 e 1147 metri sul livello del mare nelle località di Monte Loggio, Poggio Val dell’Abeto e Monte Faggiola. Il secondo progetto si chiama "Poggio Tre Vescovi", dal nome del monte alto 1127 metri fra il Fumaiolo e l’Alpe della Luna. In questo caso, gli aerogeneratori previsti sono 11 (ma in origine erano addirittura 36) e la parte che lamenta deturpazioni dal punto di vista ambientale è quella di Le Balze, nel Fumaiolo. Su "Badia del Vento", trattandosi di una erogazione superiore ai 30 megawatt di Potenza, la Regione Toscana dovrà esprimersi entro l’11 aprile, mentre il progetto "Poggio Tre Vescovi" è ancora sui tavoli del Ministero della Transizione Ecologica.
Venendo al terzo progetto, quello chiamato "Passo di Frassineto", c’è meno Badia Tedalda, più Pieve Santo Stefano e anche un pezzo di Sansepolcro. Le torri sono 7, spalmate lungo il crinale che si sviluppa da Poggio Sambuco a sud, fino a estendersi a circa 500 a nord rispetto al Passo di Frassineto; la lunghezza è di circa 2160 metri fra una quota di 938 e 1.035 metri di altitudine: siamo vicini al valico di Viamaggio e a meno di tre chilometri dai nuclei storici di Poggio, Arsicci e Valdazze, dall’Eremo di Cerbaiolo e dalle aree naturali protette del Bosco di Montalto e dell’Alpe della Luna. Proprio la presenza di queste ultime potrebbe comprometterne la realizzazione. Degli altri progetti conosciamo il nome ma niente di più: "Sestino"; "Poggio delle Campane" e "Poggio dell’Aquila".