"Paesaggi di Marte, luoghi di Piero". In città la guida del progetto Rosetta. Paolo Ferri e le frontiere dello spazio

Protagonista domani al Petrarca. Ha condotto tutte le missioni robotiche dell’ente spaziale europeo "Cultura scientifica e umanistica devono collaborare": il messaggio ai giovani, la visita agli affreschi.

"Paesaggi di Marte, luoghi di Piero". In città la guida del progetto Rosetta. Paolo Ferri e le frontiere dello spazio

"Paesaggi di Marte, luoghi di Piero". In città la guida del progetto Rosetta. Paolo Ferri e le frontiere dello spazio

Gabriele Grazi*

Paolo Ferri è un fisico teorico che ha lavorato per quasi quarant’anni all’Agenzia Spaziale Europea, dirigendo operazioni di missioni interplanetarie come Rosetta, Venus Express, Mars Express, ExoMars, BepiColombo.E’ stato capo del dipartimento di operazioni spaziali, responsabile delle operazioni di tutte le missioni spaziali robotiche dell’ESA. È membro dell’Accademia Internazionale di Astronautica, Fellow della Royal Aeronautical Society. Ha scritto libri divulgativi sulle imprese spaziali, il più recente "Le sfide di Marte": sarà presentato domani (alle 21) al Teatro Petrarca nell’ambito del Festival Science Lab, in una conferenza-spettacolo.

Professor Ferri nel libro racconta successi ma anche tormentati insuccessi di missioni di esplorazione spaziale. Quali sono stati i momenti più esaltanti?

"Sono sono legati a una missione, Rosetta, che è arrivata ad atterrare sul nucleo di una cometa dopo dieci anni di viaggio: prima di tutto il risveglio dopo due anni e mezzo di ibernazione, 45 minuti di attesa spasmodica e di terrore puro, seguiti da una gioia indescrivibile quando il segnale radio della sonda ci è arrivato; e naturalmente il giorno dell’atterraggio sulla cometa, e tutte le 60 ore trascorse sul nucleo, vissute quasi senza interruzione con il corpo in sala controllo, ma la mente e il cuore sulla cometa. Le missioni marziane mi hanno riservato alternanze di gioie e delusioni, anche grandi soddisfazioni, come i ripetuti salvataggi di Mars Express".

E quelli dove la fiducia sembrava vacillare?

"Sono stati più rari. ’Fino a quando abbiamo il segnale radio, abbiamo una missione’, dicevo sempre ai miei ragazzi in sala controllo. Perché solo tramite il contatto radio con la sonda noi possiamo intervenire da terra, cercare di capire dai dati di telemetria cosa stia andando storto, pensare come reagire e trovare soluzioni. I miei ricordi di scoraggiamento sono legati ai momenti quando, per problemi inattesi, il segnale radio era scomparso, e dovevamo attendere che tornasse, o cercare di ristabilirlo alla cieca".

In una fase così complessa a livello internazionale credo che l’esempio che offre il vostro lavoro sia virtuoso.

"Nell’esplorazione spaziale la cooperazione internazionale è indispensabile. Oggi nessuno, a parte forse la Cina, ha le risorse finanziarie e tecnologiche per realizzare missioni interplanetarie che facciano passi avanti importanti rispetto a quelle già realizzate. Le Agenzie spaziali istituzionali, governative, come Nasa, Esa, quella russa, cinese, giapponese, indiana, cooperano e progettano e finanziano missioni congiunte o complementari. Allo stesso tempo l’industria nazionale che le realizza deve difendere la sua posizione di competizione sul piano internazionale. Sta alle Agenzie spaziali camminare sul filo sottile che permette di far cooperare le industrie senza però danneggiarne i legittimi diritti di difendere la proprietà intellettuale".

Ad Arezzo avrà modo di vedere le opere di Piero della Francesca, Cimabue, Vasari?

"Io sono stato educato in Italia, ho fatto il liceo scientifico, e le lezioni di storia dell’arte erano in fondo alla mia lista di interessi. Poi sono cresciuto, mi sono voltato a guardare, e ho riscoperto le meraviglie dell’arte, della musica, studio la storia e mi chiamano addirittura a fare lezioni di storia. Non conosco Arezzo e spero di utilizzare questa splendida occasione di incontro per fare un altro passettino nella direzione giusta. Dopo una visita a Urbino, il faro che mi attira è Piero della francesca. Ma mi aspetto molto di più, di vedere nuovi orizzonti, come i grandiosi paesaggi di sfondo di Piero della Francesca, una volta aperta anche questa porta".

* Organizzatore Science Lab