REDAZIONE AREZZO

Padellate al marito che la picchia Assolta: non è tentato omicidio

Lei aveva in mano anche un coltello per difendersi. Ma non c’è mai stata querela. e quindi il fatto non sussiste

Si era difesa con la padella e col coltello dal marito che la stava picchiando dopo aver trascorso la notte in discoteca. E’ finita a processo per tentato omicidio, roba da sette anni di galera, anche se lei è uscita assolta perchè il fatto non sussiste, al termine dell’udienza davanti al collegio del tribunale presieduto dal giudice Filippo Ruggero.

La storia, che ha quasi dell’incredibile a sentirla raccontare dopo, comincia con lui che rincasa e incappa nei rimproveri della moglie. Finisce come è facile immagine e come non dovrebbe mai succedere: col marito che insegue la moglie, dominicana, e la prende a calci e pugni, mentre lei scappa stanza dopo stanza. Il culmine in cucina, dove la donna afferra i primi due oggetti che le capitano per le mani, la padella e il coltello appunto. Il marito nella colluttazione rimane ferito, quattro giorno di prognosi.

Eppure, nonostante fosse stata lei a chiamare il 118 per i soccorsi e il 112 per dare l’allarme, finisce con un’imputazione di tentato omicidio formulata dal Pm Laura Taddei, approdata ieri in aula.

La dominicana era difesa dagli avvocati Roberto e Simone De Fraja che hanno avuto buon gioco a dimostrare che le ferite erano così leggere da essere rubricate come lesioni lievi, per le quali serve la querela della parte offesa. Ma il marito non l’ha mai presentata. Di qui l’assoluzione.