
L'annuncio dell'operazione
Arezzo, 22 dicembre 2018 - Due a casa, altri due in attesa della decisione del Gip. Il giudice bolognese Alberto Gamberini ha infatti concesso gli arresti domiciliari a Rita Iacopi e Alessio Frasconi, due degli indagati nell’inchiesta «Pietra Filosofale» condotta dalla Guardia di Finanza di Bologna. Rita è una delle titolari, assieme al fratello Simone, della «Castoro», l’azienda di Castiglion Fibocchi di cui Frasconi era direttore finanziario. Il quarto arrestato è il figlio della Jacopi, Giacomo Baldini.
L’avvocato difensore, Piero Melani Graverini, aveva basato la richiesta al Gip sul fatto che non esistevano più esigenze di custodia cautelare nei confronti dei quattro. Né, ha argomentato, sussiste il pericolo di reiterazione del reato, tanto è vero che gli ultimi fatti contestati risalgono al 2016; nulla invece emerge dall’ordinanza di custodia per quanto riguarda il 2017 e il 2018. Per Frasconi, peraltro già coinvolto nell’inchiesta Fort Knox con pena patteggiata, ha pesato nella concessione dei domiciliari anche il fatto che si tratta di un dipendente.
Passeranno invece il Natale in carcere Simone Jacopi e Giacomo Baldini, per i quali il Gip non ha ancora preso una decisione, cosa difficilmente potrà avvenire nei pochi giorni che ci separano dal 25 dicembre. Alla «Castoro», dove dove dopo il sequestro sono decaduti gli organismi societari e alla cui testa c’è ora Stefano Mendicino come amministratore giudiziario, la produzione è sospesa ma riprenderà dopo le feste quando i 35 dipendenti in ferie forzate potranno rientrare in azienda.
Dieci erano stati gli arresti complessivi di un’operazione che ha portato allo smantellamento di un’organizzazione criminale specializzata nel riciclaggio e nel commercio abusivo d’oro. Al vertice c’era il turco Serdar As Tamsan, l’uomo che di continuo volava dalla Turchia all’Italia e viceversa, anche nella stessa giornata: 110 viaggi dal. 2012 in poi). Giunto in Italia, spesso a Bologna, faceva tappa nel Pratese per raccogliere un’ingente quantità di denaro (che la finanza ritiene derivante da evasione) da imprenditori cinesi.
La meta successiva era appunto Castiglion Fibocchi, dove la Castoro ha sede: qui il denaro veniva scambiato con lingotti d’oro. Un business vorticoso: nell’inchiesta delle Fiamme Gialle, coordinata dal procuratore capo coordinata dal procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato e dal pm Marco Forte, si calcola che dalla Castoro siano usciti settecento chili d’oro puro per un controvalore di 24 milioni di euro che non risulterebbero nei bilanci dell’azienda. L’indagine era parti il 6 gennaio 2015 dopo l’arresto all’aeroporto di Istanbul di Tamsan con 30 chili di oro nei bagagli.