
Oro, si allarga il fronte della fiera bis. Vannetti: "Aziende più responsabili la mostra d’autunno è un’occasione"
"La linea di Giordana Giordini è assolutamente condivisibile: ci sono tutte le condizioni per pensare alla seconda fiera dell’oro ma le imprese aretine devono essere più responsabili".
Ferrer Vannetti guida Arezzo Fiere e di recente è diventato presidente di Confartigianato Toscana che chiede uno scatto d’orgoglio per cavalcare l’onda della crescita del settore orafo.
Vannetti, la seconda fiera è un tema antico che emerge ogni anno come un fiume carsico. Sono davvero maturi i tempi?
"Secondo me sì, come sostiene anche Giordini. Il problema è che ci sono aziende che si sono fossilizzate sul concetto di non fare la fiera perché tanto i clienti sono già in città e io li posso chiamare nella mia azienda a vendere i miei gioielli senza partecipare a OroArezzo...".
Sono come i ‘portoghesi’ sull’autobus, gli altri pagano il biglietto a Ieg e loro viaggiano gratis...
"Ognuno può fare le sue scelte e non mi permetto di bacchettare nessuno ma credo che le aziende debbano tenere al territorio in cui lavorano: partecipare a una fiera significa esprimere un valore e portare un benessere condiviso che poi si riverbera su tutto il sistema. Serve uno scatto di responsabilità sociale che le nostre imprese devono ancora fare. Per raccogliere occorre seminare...".
Lei fa un appello alle coscienze ma si può anche trovare una chiave diversa per coinvolgere di più quelle imprese che vanno a Vicenza ma non ad Arezzo?
"Premetto che OroArezzo è di proprietà di Italian Exhibition Group e mi faccia dire che quest’anno hanno fatto un lavoro davvero straordinario sotto ogni punto di vista coinvolgendo compratori di livello da tutto il mondo in un rapporto ‘uno a uno’ con le imprese, con un investimento sicuramente importante. A Ieg non si può imputare davvero nulla: mi viene semmai da consigliare una sorta di biglietto unico che consenta agli espositori che partecipano a diverse fiere in giro per il mondo di avere un importante vantaggio economico nell’essere presente in più eventi durante l’anno, è una fidelizzazione che secondo me potrebbe funzionare e coinvolgere più imprese".
La svolta, però, dovrà arrivare dalle imprese aretine. Da dove si riparte, secondo lei?
"È chiaro che le associazioni in questo momento hanno le carte in mano: nella Consulta orafa devono maturare strategie e iniziative che vadano nell’interesse della fiera ma soprattutto di un comparto che è il motore dell’economia aretina. Dobbiamo dare una fiducia diversa a chi non crede fino in fondo nel valore di OroArezzo e del ritorno di Gold Italy. È più facile a dirsi che a farsi ma c’è da fare squadra e richiamare tutti alla responsabilità: non partecipare alla fiera non arricchisce qualcuno, impoverisce tutti".