FEDERICO D’ASCOLI
Cronaca

Orafi nel mirino, banditi a Santa Maria Via 200 mila euro nella rapina in villa

I ladri hanno derubato Renato Mazzeschi, titolare della ditta Amp: via i gioielli dalla cassaforte di casa. Il precedente del 2019 quando un dipendente infedele aveva sottratto oro a chili con uno stratagemma

di Federico D’Ascoli

Si sono presentati in casa con la freddezza dei veri professionisti del crimine. Hanno intimato ai presenti di non opporre la minima resistenza e si sono fatti aprire la possente cassaforte di casa. E alla fine hanno portato via gioielli e orologi per una cifra che si aggira sui 200 mila euro. Ancora gli orafi vittime di un maxi colpo, in un valzer di furti e rapine che sembra non fermarsi più: stavolta nel mirino dei banditi è finita la famiglia di Renato Mazzeschi, 80 anni, titolare della Amp, ditta di preziosi tra le più importanti in città. È uno dei colossi del catename in oro con un fatturato che si aggira sui 100 milioni di euro e il business sviluppato soprattutto in Nord America e in Medio Oriente. I banditi hanno colpito venerdì sera intorno alle 22 nella villa in cui Mazzeschi vive con la moglie sulla collina di Santa Maria delle Grazie: al momento della rapina era presente anche la figlia. Dopo aver eluso il sistema di sorveglianza i malviventi si sono introdotti nella villa e hanno minacciato con voce ferma i presenti: "Non muovetevi, siamo armati ma se ci aprite la cassaforte non vi succederà nulla", il senso delle frasi della gang composta da almeno tre persone con un paio di complici a fare da palo fuori dalla grande villa con giardino.

Il blitz è durato in totale una mezz’ora con i Mazzeschi che sono rimasti inermi di fronte ai ladri che hanno arraffato tutto quello che potevano, non solo nella cassaforte ma anche nelle stanze del grande edificio. Dopo un po’ se ne sono andati indisturbati lasciando nello sconforto la famiglia Mazzeschi che ha denunciato ai carabinieri la rapina. I militari stanno lavorando su vari fronti per cercare di assicurare alla giustizia i banditi.

Mazzeschi nell’aprile di tre anni fa era stato vittima di un altro clamoroso caso di cronaca. Grazie alle indagini della polizia e della Falco Investigazioni aveva scoperto un dipendente infedele che nel giro di appena un anno aveva sottratto oro per circa 200 mila euro. L’operaio, che all’epoca aveva 56 anni, usava un piccolo foro nel muro che portava a delle bombole di gas dismesse facendo finta di cambiarsi vicino alla lavatrice e invece con abili mosse inseriva piccoli cilindri di metallo prezioso avvolto nello scotch nell’intercapedine per poi andarlo a recuperare a fine turno.

Bastarono pochi giorni di controlli da parte dei detective privati della Falco Investigazioni di Carlo Nencioli per mettere alle strette il dipendente, poi processato per direttissima e condannato a un anno. "Non me lo sarei mai aspettato da lui – diceva all’epoca Mazzeschi – è stato un colpo al cuore: ho 35 dipendenti e qui da noi il clima è sempre stato familiare. Sapevamo della sua recente passione per il gioco d’azzardo ma non pensavamo che potesse arrivare a tanto. Abbiamo fatto di tutto per capire come mai, solo nell’ultimo anno, abbiamo calcolato ammanchi di oro da circa 200 mila euro. Per fortuna adesso il nostro incubo è finito".

Non poteva sapere che i ladri sarebbero andati a trovarlo anche nella villa di famiglia.