
di Alberto Pierini
EZZO
Saranno le campane a dare voce alla notte della fede. La notte di Natale, che sotto Covid vira verso il tramonto se non addirittura al pomeriggio. "Ho quattro chiese: a Meliciano la celebrerò alle 17". Da Castiglion Fibocchi don Adriano Ralli, il parroco a Pasqua della benedizione dall’Ape, declina con il solito entusiasmo il suo Natale. Ma intorno c’è una chiesa che non molla davanti alle regole più ferree. "Mezzanotte, le 20, le 18: se una cosa ci insegna questa epidemia è di andare al sodo. Voglio vedere i miei fedeli in chiesa, l’ora conta poco" dice Riccardo Fontana. E’ Vescovo del Concilio e coglie l’occasione, come scrive ai suoi preti, per lanciare un "Natale più essenziale, arricchito dall’ascolto della Parola, dalla preghiera, da opere di carità". Quindi dà il suo suggerimento, che venendo da un Vescovo (anzi Arcivescovo) pesa un po’ più di un consiglio: la Messa al "primo imbrunire" della vigilia. Nel suo caso saranno le 20.30, in diretta su Tsd dalla Cattedrale. Suggerisce ai parroci di fare più o meno lo stesso. E va oltre. "Mi piacerebbe che a mezzanotte tutte le campane della diocesi suonassero insieme". Non vi assopite approfittando del coprifuoco: perché alla Mezzanotte la chiesa "canterà" Natale.
Intanto dappertutto i parroci già si stavano organizzando, pur nell’attesa di una dritta più esplicita. In Pieve don Alvaro Bardelli celebrerà alle 18, tra i primi auguri del giorno, come spesso gli capita in diretta su Teletruria.
Auguri prima del cenone: che magari non ci sarà, ma in fondo nella scelta un piccolo ruolo lo mantiene. "Non abbiamo ancora deciso ma stiamo pensando a due Messe: una alle 18 e una alle 20" risponde da piazza Giotto don Basilio. Siriano, al primo Natale al Sacro Cuore, si consulterà con i suoi per farsi spiegare la vita della gente. "Che c’è di male: chi ha la tradizione della cena verrà prima, gli altri dopo. E servirà ad evitare affollamenti". Un cruccio che hanno in tanti. Da San Marco don Silvano Paggini conferma anche lui la doppia Messa alla vigilia, alle 18 e alle 20. Ma i suoi problemi sono per il giorno di Natale. "Se tutti si concentrano come al solito alle 11 ci troveremo in difficoltà, moltiplicherò le celebrazioni". Anche San Pietro e Paolo viaggia verso la doppia Messa alla vigilia, ci conferma don Alessandro Tracchi.
A San Donato don Stefano Scarpelli non ne esclude addirittura tre, fra le 18 e le 20: ma intanto si divide tra chiesa e ospedale.
Una Messa sola a Sant’Agostino, don Piotr Adam Sipak assicura che basterà, specie pensando allo spopolamento del centro. "O alle 20 o alle 20.30": il rientro entro le 22 è assicurato.
A San Giuseppe Artigiano linea diversa, sulle lancette dell’orologio: don Wojciech Tarasiuk è orientato verso le 19. Don Severino Bernardini a S.Agnese di Pescaiola si tiene ancora strette le due opzioni. Un "Gloria" sicuro o alle 20 o alle 20.30, per il bis delle 18 deciderà con calma.
Cambia anche la vita dei grandi monasteri e conventi. La Verna lavora a riaprire la Foresteria, con il passaggio alla zona gialla ma comunque durante le feste. Il giorno di Natale fa storia a sè, ma i frati daranno la possibilità a chi lo vorrà di fermarsi in Convento e condividere con loro le ore più intense. Il divieto del passaggio tra comuni comporterà il ritorno a casa il 27? Beh, in fondo un piccolo ritiro.
Da Camaldoli i monaci rinunciano alla Messa di comunità, avrebbero potuto celebrarla anche all’orario canonico. "Una Messa sola, unirà monastero ed eremo, la veglia delle 20 e la Messa alle 20.30" conferma padre Matteo Ferrari. Apertura a tutti: anche se il rientro a casa entro le 22 al massimo potrà portare fedeli da Bibbiena. Per la prima volta da decine d’anni niente fiaccolata nè evento dei giovani a Capodanno. Mentre La Verna non molla. Foresteria aperta: a chi lo vorrà sarà consegnata la cena per consumarla in camera. Lì, nelle celle con vista sul mondo ancora diviso dal Covid.