SILVIA BARDI
Cronaca

Musica, Maestro L’elettronica del rock anni ’70

La storia di Alberto Nepi e Lorenzo Camilletti che preparano il loro primo album per "Radici"

di Silvia Bardi

Musica, grafica, video, parole, immagini, pianoforte classico ed elettronica, testi cantautorali e le sonorità inconfondibili del rock anni Settanta. C’è tanto studio, tanta ricerca e voglia di perfezione dietro il lavoro di Maestro, ovvero Alberto Nepi e Lorenzo Camilletti, che in due anni hanno messo nel loro progetto tutto quello che conoscono meglio e amano di più. Nepi ci mette anni di studio al conservatorio, musica d’autore, la sua sala prove Eq Studios, la voce e la qualifica di "maestro" di piano e tecnologia musicale. Camilletti ci mette musica, voce, grafica, basso, synth. Vanno oltre ogni tipo di classificazione, diciamo elettronica alternativa cantautorale.

"Sin dall’inizio volevamo un prodotto tutto nostro dall’inizio alla fine - spiega Alberto Nepi - e abbiamo continuato a lavorare anche durante le chiusure covid inviandoci i file, ci siamo dovuti dimenticare i live in studio, ma questo ci ha dato la possibilità di lavorare a pezzi che avevo fermi".

Dopo alcuni singoli usciti su YouTube e Spotify, dopo i video "La neve e il mare", "Non mi voglio addormentare", "Vetro", "Come rondini" è uscito il nuovo singolo "Mosaico", il primo di sette brani che diventeranno il primo disco per la Radici Music "che uscirà non appena sarà possibile fare presentazioni dal vivo". Ma durante la pandemia un live lo hanno realizzato lo stesso, lo "Studio session" un vero e proprio concerto su you tube sapendo che il pubblico è là da qualche parte.

"Noi musicisti non abbiamo più certezze, finché non sapremo quando potremo tornare a suonare. Fra l’altro ad Arezzo hanno chiuso praticamente tutti i locali live. Per questo ringrazio i ragazzi di Arezzochespacca che stanno facendo l’impossibile per dare voce e spazi agli artisti aretini". Ma i Maestro non si scoraggiano: "La tecnologia ci consente di suonare come se fossimo in dieci, di esprimere quello che abbiamo imparato studiando e ascoltando band storiche, di sperimentare nuovi linguaggi musicali e di gestire le sonorità del passato, tutte cose che fanno parte della nostra cultura personale" spiega Nepi.