Muore Ezio Mannucci e il ciclismo piange l'anima della Fracor

Mannucci, levanese, 86 anni, è morto ieri. Il ricordo della Federazione Ciclistica Italiana di Arezzo.

Ezio Mannucci

Ezio Mannucci

Arezzo, 28 luglio 2022 - Si scriveva Fracor e si leggeva Ezio Mannucci o viceversa ed è francamente impossibile, nell’ora del congedo, scindere un binomio storico per il ciclismo e per tutti gli appassionati. Ezio è morto ieri a 85 anni. Quante storie e quanti campioni sono passati per la società levanese che, nel corso degli anni, ha sempre conservato il nome del marchio dell’industria di abbigliamento di Empoli, produttrice di famosi impermeabili. La presidenza della società è passata da Remo Corti a Nedo Guidieri ad altri ancora, ma Ezio è stato il patron indiscusso del sodalizio, con la sua esperienza, la sua personalità e le conoscenze accumulate in tanti e tanti anni. Dal 1958 ad oggi cifre da record: quasi 2000 atleti tesserati, 500 vittorie, oltre 30 corridori passati fra i professionisti. E, come detto, trofei e campioni: dalla medaglia d’oro olimpica di Roma Livio Trape’ al bronzo di Monaco Bruce Biddle. Ed i campioni italiani Beppe Petito, Armando Topi e lo stesso Trape’, soltanto per citarne alcuni di una lista lunghissima che comprende tanto per dire anche Petito junior e Stefano Colage. E poi le gare organizzate, centinaia…quando tutto era forse più facile sia sotto il profilo organizzativo che economico. E poi ancora Claudio Brandini, Gino Tigli, Mario Zanchi, Maurizio Nuzzi, Botarelli, Moreno Mealli e persino per un anno il grande Franco Chioccioli.

Con Ezio Mannucci se ne va oggi un grande dirigente ed un valdarnese che ha dato lustro e prestigio alla vallata. Un uomo che ha legato la sua vita al mondo delle due ruote e che è stato ricordato dalla Federazione Ciclistica Italiana di Arezzo con parole miste a ricordo e tristezza. “Grande personaggio del ciclismo aretino conosciuto a livello nazionale e mondiale, con la Fracor di Levane, Ezio ha organizzato tantissime gare per dilettanti nel Valdarno con i comitati dei vari paesi della vallata – ha ricordato l’Fci – Un vero Signore , un uomo di altri tempi , sempre distinto preciso nell’abbigliamento e nel parlare, mai banale, una persona impeccabile ma che non esitava anche a rimboccarsi le maniche per allestire gli arrivi delle gare. Ezio ha dato la possibilità di poter correre a tutti, ragazzi bravi e anche meno bravi dando una speranza anche a chi non aveva numeri per potersi distinguere nella categoria prossima al professionismo”. “Da questa storica Società, la Fracor, sono transitati anche degli atleti di spessore, diventati Campioni del ciclismo professionistico come Colage, i fratelli Petito, Montedori , e tanti altri – ha ricordato il comitato aretino – Credo che il ciclismo aretino deve molto a Ezio con tutto quello che ha fatto anche con i suoi preziosissimi consigli che dava a chiunque glieli chiedesse”.